Vi segnaliamo un interessante punto di vista, su sui concordiamo totalmente, pubblicato sulla newsletter del Comitato NoGrazie, a firma di Adriano Cattaneo, a proposito delle bibite zuccherate e della Sugar Tax. A questo spinoso argomento, noi de L’altra medicina abbiamo dedicato un’inchiesta (numero 99, ottobre 2020).
Che l’assunzione di bevande zuccherate, soprattutto in bambini, contribuisca alla pandemia di obesità, ormai non lo nega più nessuno, salvo produttori, distributori e relativi vassalli, tante sono le prove scientifiche a sostegno di un’associazione causale. Tra gli interventi che possono contribuire a diminuirne il consumo, quelli legislativi hanno maggiore probabilità di essere efficaci e di evitare le disuguaglianze, o almeno di non farle aumentare, rispetto a quelli tendenti a modificare i comportamenti dei consumatori, solitamente recepiti prima e meglio dalle classi più ricche e istruite. Per questa ragione, dieci paesi europei, oltre a numerosi altri paesi nel mondo, hanno finora adottato una tassa sulle bevande zuccherate. Si tratta di Belgio, Finlandia, Francia, Ungheria, Irlanda, Lettonia, Monaco, Norvegia, Portogallo e Gran Bretagna (1). In Italia, come si sa, la tassa è stata ventilata e proposta più volte negli ultimi lustri, ma governi e parlamenti non hanno mai provveduto ad approvarla, molto probabilmente a causa delle forti pressioni di Big Sugar, e nonostante vi siano numerose prove di efficacia sulla riduzione dei consumi.
Un secondo provvedimento legislativo di probabile efficacia consisterebbe nel regolamentare, o meglio ancora proibire, la pubblicità di queste bevande, soprattutto quella rivolta ai bambini. Un recente articolo mostra come i genitori fraintendano le asserzioni sui benefici per i loro figli piccoli inserite nella pubblicità delle bevande zuccherate (2). Negli Stati Uniti, circa il 50% dei bambini di 2-4 anni di età assume almeno una dose al giorno di bevande alla frutta o di “latte di crescita”, così impropriamente chiamato in Italia (mentre negli USA si chiama “toddler milk”, cioè latte per bimbi che stanno imparando a camminare), visto che non è un latte, ma un prodotto ultra-processato, e che non esiste alcuna dimostrazione che aiuti a crescere. Sia il “toddler milk” sia le bevande alla frutta contengono molti zuccheri aggiunti; le seconde fino a oltre 50 grammi per dose.
Gli autori della ricerca hanno organizzato nove focus groups di 75-90 minuti con 50 genitori di bambini di questa età. Prima degli incontri, hanno consegnato ai partecipanti degli esempi reali di bevande alla frutta e di “toddler milk”, delle raccomandazioni di salute pubblica sulle bevande da evitare, e delle illustrazioni su come presentare gli effetti reali degli ingredienti di queste bevande. Hanno poi chiesto cosa ne sapevano di queste bevande prima degli incontri, se dai documenti letti avevano appreso qualcosa di nuovo, e se avessero cambiato idea. L’analisi delle trascrizioni deifocus groups mostra che:
- i messaggi e le immagini della pubblicità e delle etichette (“naturale”, “contiene vitamine”, etc) avevano portato a malintesi sulla salubrità e i benefici per i bambini di queste bevande;
- gli ingredienti potenzialmente dannosi, a partire dagli zuccheri aggiunti, erano sapientemente omessi dalla pubblicità o difficilmente identificabili nelle etichette;
- vi era confusione tra categorie di prodotti, facendo spesso pensare ai genitori che il “toddler milk” fosse il naturale proseguimento dell’alimentazione con formula del primo anno di età;
- i prezzi molto bassi favorivano l’acquisto di molte di queste bevande.La lettura delle raccomandazioni di salute pubblica e delle illustrazioni sulle proprietà degli ingredienti ha fatto cambiare idea alla maggioranza dei genitori, che a volte hanno espresso stupore e rabbia per essere stati ingannati. Alcuni sono arrivati a dire che ci vorrebbero regole più rigorose su etichette e pubblicità, o che quest’ultima dovrebbe addirittura essere proibita. Gli autori della ricerca sono d’accordo con queste conclusioni, ma sono anche coscienti del fatto che negli USA sarebbe difficile raggiungere questi obiettivi. E in Italia?
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
1. Thow AM et al. Sugar-sweetened beverage taxes in Europe: learning for the future. Eur J Public Health 2022;32:273-80
2. Fleming-Milici F, Phaneuf L, Harris JL. Marketing of sugar-sweetened children’s drinks and parents’ misperceptions about benefits for young children. Matern Child Nutr 2022;e13338