Nonostante a oggi non esista ancora una cura definitiva per la malattia di Alzheimer, molto si può fare a livello preventivo. Al proposito, l’alimentazione è considerata una strada da percorrere.
Il progetto Smartfood
Ed è proprio sulla scelta degli alimenti che l’Irccs Fatebenefratelli di Brescia, in collaborazione con l’Icans e l’Istituto Besta, ha lanciato un progetto dedicato agli ultra 65enni per contrastare l’insorgenza delle malattie neurodegenerative. Il progetto si chiama Smartfood poiché è strettamente legato all’alimentazione e in particolare alla dieta mediterranea. Ce lo spiega nel dettaglio Giuliano Binetti, responsabile della MAC dell’Irccs Fatebenefratelli di Brescia.
Requisiti per partecipare
Per accedere al programma di ricerca si deve avere un’età compresa tra 65 e 80 anni ed essere in normali condizioni di salute. «Molto si gioca sul cibo», spiega Binetti. «Del resto le tematiche nutrizionali sono diventate di estremo interesse nella fisiopatologia neurologica: è assodato che la dieta può influenzare la funzionalità e l’integrità del sistema nervoso in vari modi e diversi studi hanno dimostrato come lo stato dismetabolico associato alla dieta occidentale favorisca lo sviluppo della malattia di Alzheimer».
Le quattro tappe
Con “Smartfood” si vuole capire se un intervento mirato a insegnare i principi di un corretto stile di vita basato sulla dieta mediterranea possa portare a modifiche dal punto di vista cognitivo, neurologico e metabolico. La partecipazione ha una durata di due anni ed è divisa in 4 momenti distinti:
- periodo di screening in cui il paziente è sottoposto a un colloquio clinico per verificare se possa partecipare o meno alla sperimentazione;
- una prima valutazione attraverso una visita neurologica e neuropsicologica ed esami di laboratorio;
- un intervento educazionale che avviene attraverso un corso in cui si parla di stile di vita, dieta mediterranea e attività fisica;
- un periodo di follow-up nel quale viene chiesto di eseguire alcuni controlli clinici: una visita neurologica e neuropsicologica a un anno e a due anni dalla prima valutazione e l’analisi del sangue ogni sei mesi fino a due anni.
Il ruolo della dieta
«La dieta può influenzare la funzionalità e l’integrità del sistema nervoso. Un deficit o un eccesso di specifici nutrienti, vitamine o metalli hanno un rapporto causale ben definito con numerose patologie neurologiche; specifici difetti metabolici sottesi ad alcune patologie neurologiche possono richiedere uno specifico trattamento nutrizionale; alcune patologie a larghissima diffusione e a eziologia incerta come la malattia di Alzheimer, sono molto probabilmente influenzate dalla dieta intesa come pattern dietetico e/o come specifico apporto di alcuni alimenti contenenti nutrienti funzionali in grado di agire sia modificando i processi fisiopatologici responsabili della neurodegenerazione sia avendo proprietà pro-cognitive».
Un approccio innovativo
Con l’invecchiamento della popolazione, sono sempre più numerose le persone che dovrebbero accedere a questi programmi. L’approccio innovativo di Smartfood è quello di promuovere congiuntamente il consumo di cibi sani, in accordo con le linee della dieta mediterranea, e di incoraggiare l’attività fisica e sociale dell’anziano.
Scopo del progetto è anche quello di valutare la fattibilità di un intervento multidisciplinare, riguardo la dieta e lo stile di vita nella popolazione anziana non demente. Nel tempo verranno misurati: il cambiamento della qualità dietetica di stile di vita; gli scores di mediterraneità della dieta e di livello di attività fisica; le variazioni di stato nutrizionale, in particolare del peso, della circonferenza vita, del tessuto adiposo viscerale addominale e della forza muscolare; il cambiamento della qualità di vita.
Per maggiori informazioni sul progetto si può contattare la coordinatrice del progetto, dottoressa Silvia Fostinelli, all’indirizzo mail sfostinelli@fatebenefratelli.eu”