Antibiotico resistenza: una strage silenziosa

Le malattie infettive sono da lungo tempo considerate una priorità di salute
pubblica globale a causa del loro forte impatto in termini di salute sulla
popolazione. Prima i vaccini e poi gli antibiotici ne hanno modificato la storia, riducendo notevolmente la circolazione dei patogeni e la mortalità per malattie infettive trasmissibili.

Articolo tratto dal N° 141 – novembre 2024 L’Altra Medicina

INTRODUZIONE

A oggi, quasi un secolo dopo la scoperta del primo antibiotico, l’antibiotico-resistenza rappresenta una delle principali minacce alla salute pubblica, e, secondo le stime, potrebbe causare la morte di svariati milioni di persone all’anno
entro il 2050. Insomma, ogni anno è una strage silenziosa, paragonabile a una guerra mondiale. Secondo il nuovo studio del Global Research on Antimicrobial Resistance (GRAM) Project, pubblicato da Lancet a metà dello scorso mese di
settembre, più di 39 milioni di persone in tutto il mondo potrebbero morire a causa di infezioni resistenti agli antibiotici nei prossimi 25 anni. Negli ultimi anni diversi studi indipendenti hanno prodotto stime sulla mortalità legata
all’antibiotico resistenza nel prossimo futuro. Pur con alcune differenze, tutte le stime convergono nell’identificare nell’antibiotico resistenza un grande pericolo per la salute dell’uomo. Il pericolo è anche dovuto al fatto che le morti sono tante ma distribuite nel tempo e nello spazio, cosa che le rende più sfuggenti. Qual è la differenza e l’importanza del nuovo studio pubblicato da Lancet, rispetto a quello
precedente pubblicato nel 2022? Questo nuovo studio introduce novità importanti, andando a misurare le conseguenze dell’antibiotico resistenza
nelle diverse aree geografiche e fasce di età. I bambini e giovani hanno una situazione di minor rischio, mentre la maggioranza delle morti si registrerà negli anziani. Per l’Europa e l’Italia potrebbe essere una strage, avendo una popolazione
molto anziana. Quali azioni dovrebbero essere intraprese in via prioritaria, per scongiurare lo scenario peggiore? Lo studio confronta scenari alternativi in cui, per
la prima volta, si calcolano l’impatto delle politiche sanitarie legate alla prevenzione delle infezioni e all’uso di nuovi antibiotici su scala globale. Queste
misure possono salvare 92 milioni di vite. La maggioranza dei benefici è però in quei sistemi sanitari che hanno ampi margini di miglioramento. In Italia il sistema sanitario si avvantaggerebbe meno. Rimane centrale un uso intelligente degli
antibiotici che spesso coincide con il loro non uso.

COME NASCE L’ANTIBIOTICO-RESISTENZA?

La resistenza agli antibiotici è un fenomeno naturale che esiste da milioni di anni. Gli stessi batteri, così come i funghi, fabbricano i loro propri antibiotici per potersi difendere. Infatti, i primi antibiotici utilizzati in medicina sono stati estratti da funghi. A partire dalla metà degli anni Quaranta l’uomo ha cominciato a utilizzare grandi quantità di antibiotici in medicina umana e veterinaria,
amplificando notevolmente questo fenomeno naturale: a ogni utilizzo di antibiotici solo i batteri resistenti sopravvivono diventando dominanti, essendo
gli unici in grado di continuare a crescere. La maggior parte dei batteri si riproduce anche più volte in una sola ora. Per farlo, devono copiare il loro materiale genetico (DNA). In questo processo, talvolta, sono commessi errori di copiatura chiamati mutazioni; alcune di queste mutazioni possono portare allo sviluppo di una resistenza agli antibiotici. Lo stesso risultato può essere ottenuto attraverso lo scambio di piccoli frammenti di DNA (plasmidi) sia tra batteri della stessa specie, sia tra batteri di specie diverse. 

COME FANNO I BATTERI A RESISTERE AGLI ANTIBIOTICI?

I batteri resistono agli antibiotici in modi diversi: espellendo l’antibiotico; rendendo la propria membrana cellulare impermeabile all’antibiotico;
modificando chimicamente la struttura dell’antibiotico per renderlo inattivo; modificando le proprie proteine con le quali l’antibiotico interagisce.
Il fenomeno più inquietante e in piena espansione a livello mondiale è l’accumulo di più forme di resistenza in alcuni batteri patogeni. Questi batteri multi-resistenti riescono a proliferare normalmente anche in presenza di più classi di antibiotico.
Alcuni sono addirittura in grado di resistere a qualsiasi antibiotico conosciuto, e per questa ragione sono definiti pan-resistenti.

IL CAMMINO DELLA RESISTENZA ALL’ ANTIBIOTICO TRA GLI ANNI NOVANTA E IL 2021

Lo studio Gram pubblicato da Lancet rappresenta la prima analisi globale delle tendenze dell’antibiotico resistenza nel corso del tempo. E traccia l’andamento del fenomeno negli ultimi vent’anni. Così si scopre che più di un milione di
persone sono morte ogni anno a causa dell’antibiotico resistenza tra il 1990 e il 2021. Allargando la maglia dei numeri, nel 1990, si sono verificati 1,06 milioni di decessi direttamente dovuti all’antibiotico resistenza su un totale più ampio di 4,78 milioni di decessi associati. Nel 2021, il fenomeno ha portato direttamente a
1,14 milioni di decessi, con un totale più ampio di 4,71 milioni di decessi associati. I decessi nel 2021 sono stati inferiori rispetto al 2019 (1,27 milioni di decessi diretti; 4,95 milioni di decessi associati) a causa della riduzione del carico delle infezioni respiratorie non legate al Covid, probabilmente dovuta al distanziamento sociale e ad altre misure di controllo delle malattie adottate durante la pandemia di Covid-19. L’analisi degli studiosi suggerisce che questo calo nei decessi per antibiotico resistenza è stato solo temporaneo. 

Lo studio stima inoltre che 1,91 milioni di persone potrebbero morire direttamente a causa dell’AMR (Anti Microbico Resistenza) nel 2050, con un aumento di quasi il 70% rispetto al 2022. Nello stesso periodo, il numero di
decessi in cui i batteri resistenti agli antibiotici giocano un ruolo aumenterà
di quasi il 75%, passando da 4,71 milioni a 8,22 milioni all’anno. Tra il 1990 e il 2021, i decessi per antibiotico resistenza tra i bambini sotto i cinque anni sono
diminuiti del 50% (riduzione del 59,8% nei decessi diretti, da 488.000 a 193.000 decessi; riduzione del 62,9% nei decessi associati, da 2,29 milioni a 840.000 decessi). Questa diminuzione è coincisa con miglioramenti significativi nella prevenzione delle infezioni e nelle misure di controllo, come i programmi di vaccinazione per i bambini e i neonati. Tuttavia, la proporzione di decessi per
infezioni direttamente causate è aumentata di un relativo 13,6%, raggiungendo un totale del 7,2% nel 2021 tra i bambini sotto i cinque anni tra il 1990 e il 2021.

L’altra faccia della medaglia è rappresentata dai decessi tra le persone di età pari o superiore ai 70 anni, aumentati di oltre l’80% (aumento dell’89,7% nei decessi diretti, 519.000 nel 2021; aumento dell’81,4% nei decessi legati, 2,16 milioni nel
2021), a causa dell’invecchiamento rapido delle popolazioni e della maggiore vulnerabilità delle persone anziane alle infezioni. Si prevede che queste tendenze continueranno nei prossimi decenni, con i decessi per antibiotico resistenza tra i bambini sotto i cinque anni che si dimezzeranno entro il 2050, mentre i decessi tra le persone di età pari o superiore ai 70 anni saranno più che doppi. La riduzione dei decessi per sepsi e antibiotico resistenza tra i bambini piccoli negli ultimi tre
decenni è un risultato positivo. Tuttavia, questi numeri mostrano che, sebbene le infezioni siano diventate meno comuni nei bambini piccoli, sono diventate più difficili da trattare quando si verificano. Inoltre, la minaccia dell’antibiotico resistenza per le persone anziane aumenterà solo con l’invecchiamento
delle popolazioni.

CHE COSA FARE PER CONTENERE I DECESSI

Già ampiamente riconosciuta come una sfida sanitaria globale, l’antibiotico resistenza è destinata a peggiorare nei prossimi decenni. Tuttavia, fino a ora, nessuno studio aveva valutato le tendenze storiche del problema, né fornito previsioni dettagliate sugli impatti globali futuri. Il primo studio GRAM, pubblicato nel 2022, ha fotografato per la prima volta la reale portata dell’antibiotico
resistenza. E si è scoperto così che, nel mondo, i decessi legati al problema nel 2019 erano superiori a quelli causati dall’HIV/AIDS o dalla malaria, con 1,2 milioni di decessi diretti e un ruolo in ulteriori 4,95 milioni di decessi.

LE PROIEZIONI SONO BASATE SU 520 MILIONI DI FILE SANITARI

Le stime per il nuovo studio GRAM sono state prodotte per 22 patogeni, 84 combinazioni patogeno- farmaco e 11 sindromi infettive (inclusi meningite,
infezioni del sangue e altre infezioni) tra persone di tutte le età in 204 paesi e territori. Le stime si basano su 520 milioni di file sanitari provenienti da una vasta gamma di fonti, tra cui dati ospedalieri, registri di decessi e dati sull’uso di
antibiotici. La modellizzazione statistica è stata utilizzata per produrre stime dei decessi sia direttamente attribuibili all’antibiotico resistenza, sia associabili. Sulla base delle tendenze storiche calcolate, gli autori hanno prodotto una stima degli impatti sanitari globali e regionali più probabili della resistenza ai farmaci antimicrobici dal 2022 fino al 2050. Sono state prodotte anche stime per scenari
in cui la qualità dell’assistenza sanitaria e l’accesso agli antibiotici migliorano e lo sviluppo di farmaci si concentra sui batteri Gram-negativi. 

LE AREE PIÙ COLPITE

I decessi direttamente causati dall’antibiotico resistenza sono aumentati maggiormente in cinque zone del mondo, dove i decessi annuali sono aumentati
di oltre 10.000 tra il 1990 e il 2021: Africa subsahariana occidentale, America Latina tropicale, Nord America ad alto reddito, Sud-est asiatico e Asia meridionale.

I PATOGENI COINVOLTI

I risultati rivelano una resistenza crescente a antimicrobici di importanza critica, con sei su sette patogeni principali identificati dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) come i più difficili da trattare che hanno portato a più morti nel 2022 rispetto al 1990. I decessi causati da Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA) sono aumentati di più a livello globale, portando direttamente a 130.000 decessi nel 2021, più del doppio rispetto ai 57.200 del 1990. Tra i batteri Gram-negativi, alcuni dei più resistenti ai farmaci antimicrobici, la resistenza ai carbapenemi è aumentata più di qualsiasi altro tipo di antibiotico, passando da 127.000 nel 1990 a 216.000 nel 2021.

CHE COSA PUÒ SUCCEDERE

Gli autori dello studio stimano che i decessi per antibiotico resistenza aumenteranno costantemente nei prossimi decenni in base alle tendenze attuali,
con 1,91 milioni di decessi annuali direttamente dovuti all’AMR previsti entro il 2050, un aumento del 67,5% rispetto ai 1,14 milioni di decessi del 2021. Entro la metà del secolo, si prevede che l’AMR sarà coinvolta in un totale più ampio di 8,22
milioni di decessi, un aumento del 74,5% rispetto ai 4,71 milioni di decessi associati del 2021. In totale, tra il 2025 e il 2050, si stima che l’antibiotico resistenza porterà direttamente a più di 39 milioni di decessi e sarà associata a un totale più ampio di
169 milioni di decessi. I decessi tra i bambini sotto i cinque anni continueranno
a diminuire, dimezzandosi entro il 2050 rispetto al 2022 (diminuzione del 49,6%, da
204.000 a 103.000 decessi), ma questi saranno superati dagli aumenti nelle altre fasce di età, in particolare tra le persone di età pari o superiore ai 70 anni (aumento del 146% entro il 2050, da 512.353 a 1.259.409). 

Ci saranno notevoli differenze a livello globale, con un aumento del 72% dei decessi tra le persone di età pari o superiore ai 70 anni nei paesi ad alto reddito rispetto a un aumento del 234% in Nord Africa e Medio Oriente. Le future morti per antibiotico resistenza saranno più elevate nell’Asia del Sud, che include paesi come India, Pakistan e Bangladesh, dove si prevede che ci saranno un totale di 11,8 milioni di decessi direttamente dovuti al fenomeno tra il 2025 e il 2050. Anche altre parti dell’Asia meridionale e orientale e dell’Africa subsahariana saranno colpite.

92 MILIONI DI MORTI CHE SI POTREBBERO EVITARE

Lo studio mostra che migliorare l’assistenza generale alle infezioni e razionalizzare l’accesso agli antibiotici potrebbe prevenire 92 milioni di decessi tra il 2025 e il 2050. I maggiori benefici si vedrebbero nel Sud Asia, Africa subsahariana e parti del Sud-est asiatico, Asia orientale e Oceania, con 31,7 milioni, 25,2 milioni e 18,7 milioni di decessi evitati, rispettivamente. Nello scenario in cui vengono
sviluppati nuovi antibiotici mirati ai batteri Gramnegativi, le stime indicano che 11,08 milioni di decessi attribuibili all’AMR potrebbero essere evitati a livello globale nello stesso periodo. C’è stato un vero progresso nella lotta contro l’antibiotico
resistenza, in particolare tra i bambini piccoli, ma i risultati indicano che bisogna fare di più per proteggere le persone da questa crescente minaccia alla salute globale. Entro il 2050, le infezioni resistenti potrebbero essere coinvolte in circa
8 milioni di morti all’anno, sia come causa diretta di morte che come fattore contribuente.

CI VUOLE UN CAMBIO DI PASSO

Questo dicono i grandi numeri e l’imponente studio diffuso da Lancet. Permetteteci, però, una riflessione. L’inversione della tendenza, ovvero il
primo strumento di lotta all’antibiotico resistenza deve avvenite attraverso un indispensabile, anzi, obbligatorio cambiamento culturale. Un cambio di passo che deve anzitutto coinvolgere i pazienti. Specie dopo la pandemia, troppo spesso negli studi medici si assiste a una istantanea richiesta di antibiotici, magari per scongiurare un’infezione che non esiste. Sempre più pazienti implorano la
ricetta solamente dopo un paio di starnuti o tre colpi di tosse. Questo non è possibile. Dal canto suo, anche la classe medica deve compiere un significativo passo in avanti. Nonostante esistano (per fortuna) numerose (virtuose) eccezioni, schiere di medici di famiglia, veri e propri schiavi delle Big Pharma, prescrivono, a volte con estrema leggerezza, medicine inutili e che, col tempo, favoriscono la resistenza agli antibiotici. Insomma, la “sindrome da prescrizione” contro cui “L’altra medicina” (Luca Speciani in primis), si batte da lungo tempo, coinvolge
molti, moltissimi camici bianchi. Molto più semplice e meno impegnativo, infatti, prescrivere un farmaco in pochi secondi augurandosi che risolva, come per magia, la patologia o il disturbo in atto.

Picture of Gianluca Salcioli
Gianluca Salcioli

Giornalista professionista, esperto d’arte ma anche appassionato di tematiche scientifiche, specie gli scandali delle Big Pharma.

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Gianluca Salcioli

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