Uno studio lungo 30 anni condotto dai ricercatori dell’università di Oxford afferma che chi assume alcol anche in piccole quantità (un bicchiere di vino al giorno) ha maggiori probabilità (3 volte di più) di incorrere in un’atrofia cerebrale. I ricercatori hanno anche osservato che la teoria, da più parti accreditata fino a ora, per cui un consumo moderato di alcol avrebbe anche effetti benefici sull’organismo, non può in alcun modo essere confermata. Secondo altre fonti invece, una componente del vino rosso sembrerebbe poter aiutare a stabilizzare i livelli nel sangue di una proteina associata alla malattia di Alzheimer, nota come Abeta40 (rivista Neurology).
È quindi necessario mettere definitivamente al bando il vino o vale sempre la regola “tutto ma con moderazione”?
Viviana
Risponde il dottor Luca Speciani
Cara Viviana,
quando parliamo di alcol dobbiamo mettere a fuoco alcuni concetti importanti. Il primo è che non esiste una dose innocua, in quanto nel nostro organismo l’alcol etilico si trasforma in acetaldeide che richiede un discreto lavoro epatico per essere smontata e detossificata. Piccole quantità, a fronte di un effetto tossico molto leggero, possono tuttavia apportare sostanze utili, ma soprattutto fornire un effetto ricreativo o di gusto, che è quello che si chiede al bicchiere di vino, birra o superalcolico.
La quantità conta
Ciò che conta è la quantità di alcol. A livello scientifico si definisce un “drink” un bicchierino di liquore, un bicchiere di vino o un boccale di birra, che si equivalgono in termini di alcol contenuto. L’effetto intossicante è in funzione solo di quello, ipotizzando un liquore a 50 gradi, un vino a 14 e una birra a 4. Gli studi più accreditati (come l’Arizona study), che pongono attenzione all’aspettativa di vita, ci dicono che la quantità di alcol che la massimizza è di circa un drink al giorno, pari a circa mezzo bicchiere di vino a pasto. Per le donne tuttavia tali dosi sono dimezzate. Curiosamente l’astemio totale (forse per altri motivi) muore prima rispetto al bevitore moderato. La mortalità si impenna non appena quei limiti consigliati, molto moderati, vengono superati: attenzione dunque a non bere con leggerezza.
L’alcolismo rimane una piaga sociale
Ricordiamoci che l’alcolismo è una piaga sociale grave. Fumo e alcol danno dipendenza, ma mentre di fumo si muore in tanti anni per cancro al polmone, di alcol si può morire molto più rapidamente: tornando a casa in auto un po’ brilli, accoltellati in discoteca per un complimento di troppo o infine per le percosse subite a casa da un padre o marito ubriaco.
Le componenti utili del vino (che hanno effetti documentati non solo di tipo neurologico ma anche antiossidanti, diuretici, antiaggreganti, ematopoietici) sono quasi sempre presenti anche nell’uva. A quella, possibilmente biologica e di stagione, dovremmo rivolgerci per sfruttarne le qualità nutraceutiche. Lavori come quelli relativi al “paradosso di Bordeaux”, volti ad affermare che grazie al vino i francesi usufruiscono di elevata prevenzione cardiovascolare, vanno considerati per ciò che sono: suggerimenti di marketing per la fiorente industria enologica italiana e francese.
Se desiderate instaurare un filo diretto con il dottor Luca Speciani e fargli una domanda, potete scrivere all’indirizzo info@lucaspeciani.it