Il terzo tipo costituzionale estetico (dopo l’avocado e il cocomero) previsto dal sistema Rimodrena è il cosiddetto “sedano”. Questa figura molto diffusa è caratterizzata da astenia psicofisica e da una permanente carenza di energia fisica e mentale, conseguenza del suo stato biochimico e metabolico.
Tendenzialmente è magro, perchè non assimila bene; oppure può nascondere bene il suo grasso, che occupa gli spazi normalmente occupati dal muscolo. Il sedano, infatti, presenta una forte carenza muscolare. Lo si identifica con la persona curva, astenica e deperita: l’anziano malassorbente, il vegano rigido e l’anoressica. Persone, dunque, con una mentalità molto rigida, poco propense all’ascolto e determinate nel seguire le proprie convinzioni: per questo un paziente “sedano” vale per il professionista la fatica di due di qualunque altro genere.
Caratteristiche fisiche
Magro, curvo e astenico, il sedano ha le spalle strette e curve e mostra una carenza generale di energia e di vitalità, come fosse deperito e stanco. Il suo corpo è dominato da insufficienza polmonare e renale, che ne determinano la struttura. La magrezza non comporta necessariamente una ridotta massa grassa. Talvolta nella struttura deperita non manca un po’ di “pancetta”, ben nascosta dalla totale carenza muscolare. L’affaticamento renale può poi generare pallore, intossicazione e talvolta occhiaie pronunciate. La pelle, in particolare, priva di parte del suo strato naturale di grasso sottocutaneo, appare più invecchiata rispetto all’età anagrafica del soggetto.
Caratteristiche psichiche
Il “sedano” vive la stanchezza come tratto dominante. È permanentemente stanco, talvolta distrutto. Non ha alcuno slancio, nessuna azione. È l’elemento passivo del gruppo: fa le cose solo perché necessarie o perché vi è spinto. Neanche parlare di sport, naturalmente. Rifiutando o non vivendo il proprio corpo, il “sedano” è per compensazione molto cerebrale. A proprio agio con calcoli e ragionamenti razionali, tende a calcolare le calorie e a elaborare una fitta trama di vantaggi e svantaggi, convenienze o non convenienze. Di conseguenza è permanentemente nervoso, rimugina, pensa, spesso senza giungere ad alcuna conclusione. Altre volte invece ottiene con efficacia ciò che ha razionalmente pianificato. Proprio la sua estrema razionalità fa sì che il sedano si veda spesso in modo molto positivo.
Caratteristiche metaboliche
Il “sedano” è spesso malassorbente, ma soprattutto non riesce a trasformare in carne e/o azione ciò che mangia per incapacità respiratoria. L’ossigeno inspirato è poco, e ancora meno riesce ad incontrarsi con il carbonio per generare energia. Le tossine che non riesce a espellere affaticano i reni, che gli/le regalano poi quell’aspetto tipicamente pallido e sofferente. Il sedano è quindi incapace di accumulare, di costruire, di fare massa. Ha tendenzialmente poca fame, e se ne ha tende a controllarla. La pressione è tendenzialmente bassa, e altrettanto basse sono le difese immunitarie: per questo si ammala con frequenza e ha frequenti infortuni ossei.
Una fitoterapia per il “sedano”
L’intervento fitoterapico, vitaminico e minerale per il “sedano” si basa su sostanze ricostituenti e rinforzanti, che aiutino il rene e il polmone a funzionare meglio e che rafforzino ossa e muscoli. Al di là quindi di uno stimolo nutrizionale ricco di calorie ben assimilabili e di proteine ad alto valore biologico, servono ricostituenti adattogeni come il ginseng (Panax ginseng), la rodiola (Rhodiola rosea), la Rosa canina, ricca di vitamina C e la pappa reale.
Il “sedano” tuttavia ha anche problemi di malassorbimento, per contrastare i quali si useranno papaya, finocchio, menta (che favoriscono la digestione) e vitamine del gruppo B (B1, B2, B5).
Le problematiche renali saranno affrontate con Agropyron repens (gramigna, rizomi), Uncaria tomentosa, Phyllantus niruri, Ceterach officinarum (detto anche, senza tanti giri di parole, “spaccapietre”) e con il cosiddetto “sedano di monte” (levistico). Il citrato di magnesio aiuterà poi il mantenimento in soluzione di eventuali microcalcoli.
Il polmone poi, vero organo critico di questo tipo costituzionale, ha bisogno di essere mantenuto pulito ed efficiente con fitoterapici tipicamente “respiratori” e antinfettivi come l’eucalipto (Eucaliptus globulus), la lavanda (Lavandula vera), il timo (Thymus serpillum) e la menta (Mentha piperita), questi ultimi utili anche per il loro stimolo digestivo.
La fragilità ossea del “sedano” deve essere contrastata con l’equiseto, ma anche con la Vitamina D e con la radice di curcuma (Curcuma longa) come antinfiammatorio e antidolorifico. Il sostegno al sistema immunitario sarà dato dall’eleuterococco, dalla triade minerale manganese-rame-zinco e dalle già citate vitamine D e C (Rosa canina) dalle note capacità antinfettive. Come fermenti ad azione ricostituente, si suggerisce un mix di Bifidobacterium longum (anti stress) e di Lactobacillus acidophilus e L. paracasei, dalle proprietà adattogene.
Tratto da un articolo del dottor Luca Speciani e della dottoressa Lyda Bottino sul numero 93 de L’Altra Medicina (marzo 2020), acquistabile online e in edicola.