Invece di riempirsi di farmaci per inibire il testosterone o
disinfiammare chimicamente la prostata, può essere utile percorrere la via della nutrizione per risultati talvolta sorprendenti.
Articolo tratto dal N° 145 – L’Altra Medicina
INTRODUZIONE
Le malattie della prostata includono principalmente l’iperplasia prostatica benigna e il cancro alla prostata. La sua prevalenza varia tra il 5% e il 10% negli uomini di 40 anni, ma raggiunge l’80% negli uomini di età compresa tra 70 e 80 anni. Il cancro alla prostata rappresenta la seconda causa di mortalità per malattie oncologiche
nei paesi occidentali.
ALTERAZIONI ORMONALI- METABOLICHE E PROBLEMATICHE PROSTATICHE
I cambiamenti ormonali che si verificano con l’invecchiamento possono svolgere un ruolo nella patogenesi delle malattie della prostata. Questi includono cambiamenti del fattore di crescita insulino-simile 1 (IGF1), degli ormoni tiroidei, del cortisolo e dell’insulina. È importante notare che l’iperinsulinemia (alti livelli di insulina) sembra avere un impatto sul tessuto prostatico ed è associata all’infiammazione e all’iperplasia della prostata. Le anomalie metaboliche possono portare a infiammazione e iperplasia della prostata mediate dall’insulina (ma anche da IGF1).
I dati del secondo Nord-Trondelag Health Study, condotto su 21.694 pazienti, hanno rivelato un rischio significativamente più elevato di sintomi del tratto urinario inferiore nei pazienti
con diabete mellito rispetto agli uomini non diabetici. Inoltre, il rischio di sviluppare sintomi del tratto urinario inferiore è stato stimato due volte superiore nei pazienti con diabete rispetto agli
uomini non diabetici.
Di conseguenza, la resistenza all’insulina è un predittore indipendente dello sviluppo di sintomi del tratto urinario
inferiore gravi. Ciò può essere attribuito all’iperattività del sistema nervoso autonomo, che coinvolge principalmente la via α-adrenergica, che è strettamente associata all’iperinsulinemia
ed è coinvolta nella patogenesi dei sintomi del tratto urinario inferiore.
I risultati di 2.372 pazienti arruolati nel Third National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES III) evidenziano un’associazione tra ipertensione e sintomi del tratto urinario inferiore. In particolare, chi presenta un’anamnesi positiva per ipertensione ha maggiori probabilità di sintomi del tratto urinario
inferiore rispetto a chi non presenta ipertensione. Questi risultati sono stati ampiamente confermati anche altrove. Ciò giustifica l’importanza di andare alla radice del problema, al sommerso e non fermarsi solo alla sintomatologia.
ASSE INTESTINO-PROSTATA
E’ importante inoltre porre attenzione anche all’equilibrio del microbioma intestinale che è una comunità di microrganismi
che vive nell’intestino umano ed esercita varie funzioni sull’ospite, tra le quali, funzione metabolica, immunoregolatrice e di controllo sulla proliferazione cellulare. Le alterazioni del microbioma intestinale sono state associate a varie condizioni patologiche,
come diabete mellito, obesità e malattie cardiovascolari. Si parla addirittura di asse intestino-prostata e questo è spiegato dall’associazione tra alterazioni quantitative e funzionali del microbioma intestinale insieme a una maggiore permeabilità epiteliale intestinale con malattie della prostata. Tuttavia,
i meccanismi pato-fisiologici e l’importanza clinica di questa
associazione non sono ancora completamente chiariti.
QUINDI LA PROSTATA PUO’ TRARRE BENEFICIO DALLA NUTRIZIONE DI SEGNALE?
Le abitudini quotidiane incidono sulla salute della prostata che con il passare dell’età richiede sempre più attenzione. La genetica gioca un ruolo importante nella patogenesi dei disturbi prostatici, ma anche l’epigenetica è fondamentale per preservarne la salute.
È quindi fondamentale non trascurare l’intero stile di vita, inclusa la nutrizione e la nutraceutica. Idratarsi correttamente nell’arco della giornata e cercare di ridurre l’introito di liquidi 2-3 ore prima
di coricarsi per evitare episodi di diuresi notturna.
Attingere a una nutrizione varia per evitare l’infiammazione da cibo, equilibrata tra i principali macronutrienti (evitando picchi glicemici e alti livelli di insulina nel sangue) e micronutrienti.
Evitare cibi ultra-processati, zuccheri semplici e prediligere cibo semplice, Km 0, di stagione.
Quali sono gli elementi che possono contribuire ad avere un effetto protettivo sulla prostata? Vitamina A, Vitamina C, Vitamina E, licopene, selenio, zinco, e… fare movimento quotidianamente.
Tutto questo è fondamentale per evitare la cosiddetta disbiosi intestinale e la comparsa di prostatiti. L’esercizio fisico anche in questo caso ci offre diversi benefici, come per esempio un aumento del flusso sanguigno anche a livello della prostata, riuscendo a
migliorare l’ossigenazione e l’apporto di nutrienti a carico del tessuto della ghiandola.
In conclusione avere un corretto stile di vita e prendere in considerazione una nutrizione in ottica di segnale è un tassello importante da considerare in un approccio multidisciplinare per
preservare la salute della prostata.

Francesco Garritano
Laureato in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche
e Scienza della Nutrizione. Esperto in Medicina
di Segnale e Dieta GIFT.

Francesco Garritano
Laureato in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche
e Scienza della Nutrizione. Esperto in Medicina
di Segnale e Dieta GIFT.