E’ uscito, in traduzione italiana, l’ultimo libro di Vandana Shiva: “Storia dei semi”. Libro che va al punto, come sempre con Vandana.
E il punto è questo. Tutta la catena alimentare si basa ancora oggi sull’agricoltura, da noi come in India. Da sempre è così, ma qualcosa è cambiato negli ultimi tempi. Oggi, la produzione agricola si orienta sempre di più sui semi OGM, geneticamente ‘modificati’.
Modificati per vari motivi, alcuni anche utili, ma resta un fatto decisivo: le piante nate dai semi OGM non si riproducono, i semi OGM saranno anche più produttivi ma sono sterili. Tutti gli anni bisogna ricomprarli: ma questo è possibile solo per chi se lo può permettere. In molti casi è impossibile ricomprarli (è già accaduto più volte in Africa, in India, quando da noi?) e nel frattempo abbiamo perso i semi fertili autoctoni, quelli tramandati di generazione in generazione. Questo vuol dire anche un impoverimento della biodiversità, con conseguenze catastrofiche.
La facciamo breve: Vandana si è fatta molti nemici ben pagati, ovviamente, e la attaccano in molti modi. Ma lei resta imperterrita e prosegue sulla sua strada. Pur provenendo da una famiglia povera, ha studiato in Occidente (in Canada) dove si è specializzata in fisica quantistica. Poi è tornata in India dove ha fondato un istituto di ricerca. Per fortuna, lei è bravissima nel comunicare con gli altri.
L’edizione italiana del suo libro, “Storia dei semi”, è riuscita. Bel libro, con molte immagini, gradevole da sfogliare, ben scritto, ma soprattutto è ricchissimo di informazioni molto concrete. Buona lettura per un weekend.
Un aneddoto della vita di Vandana, quando era poco più che bambina.
Per noi, abituati a non vedere semi ma solo ciò che ne deriva, sui banchi dei mercati, può sembrare poca cosa. Ma non è così.
Vandana ama raccontare un episodio della sua infanzia. La sua famiglia era gandhiana, all’inizio fuorilegge in India. Gandhi predicava l’indipendenza dai colonialisti britannici con un metodo non violento, una novità assoluta a livello globale, non si era mai visto nulla di simile.
Un giorno, Vandana, ancora adolescente, dice ai suoi genitori che è stufa di vestire abiti di cotone: vuole il suo abitino di nylon. I colori sono più belli, le forme più appariscenti, più alla moda…
Ottiene questa risposta dai suoi genitori: «Se è questo che vuoi, ecco i soldi per comprartelo. Ma prima pensa a questo: con l’abito di nylon aiuterai un uomo ricco a comprarsi un’automobile più grande, con l’abito di cotone aiuti le persone a procurarsi il prossimo pasto». L’India è anche questo.
Il libro:
Storia dei semi di Vandana Shiva, Feltrinelli, 13 euro.