In ogni numero de L’altra medicina il direttore, dott. Luca Speciani, risponde alle lettere che riceve dai lettori.
Ecco la lettera di una lettrice che nonostante abbia i requisiti per essere esentata dal fare il vaccino trova grossi ostacoli.
Chissà perché?
“Gentile Dottor Speciani,
non ci conosciamo personalmente, ma la stimo e la seguo da tempo.
Vorrei chiederle un consiglio, se possibile.
Premetto che non sono NO-VAX, ma questa terapia genica, non sufficientemente sperimentata e con queste modalità coercitive non la approvo.
Peraltro, da sempre mi è stato FORTEMENTE SCONSIGLIATO l’uso della pillola anticoncezionale perché sono a rischio trombosi.
Ho CPK altissimo, omocisteina anche e da anni sono in terapia continuativa con acido folico, sono stata dal reumatologo ecc.
Ho elevata familiarità patologie cardiovascolari (papà invalido 100% per grave cardiopatia), fratello di papà morto d infarto a 50 anni, nonna materna e paterma morte per patologie cardiovascolari.
Detto questo, ho contratto il sars-cov2 nel 2020, con sintomi forti, senza ospedalizzazione, curata trasgredendo al protocollo “vigile attesa e paracetamolo”.
Pertanto ho anticorpi naturali, in tutto questo anche il medico di base (cardiologo) spinge per sottopormi a una sola dose.
Ho paura, anche perché post covid ho dovuto sottopormi a controlli cardiologici che hanno evidenziato un peggioramento della situazione pre infezione.
Sa dirmi come e da chi sia possibile andare per un consulto coscienzioso che preveda l’eventuale esonero per patologie dal vaccino?
Grazie, buona serata e buon lavoro”.
Risponde il dott. Luca Speciani
Buongiorno Katia,
purtroppo l’esenzione vaccinale (chissà perchè) può essere fatta solo da un medico di base (purché vaccinatore) o dal medico vaccinatore stesso. È un po’ come dire che le cinture di sicurezza te le può consigliare o sconsigliare solo il venditore della ditta che le produce. Se sono difettose non te lo dirà mai. Ma ormai l’abbiamo capito: il nostro sistema sanitario è completamente asservito alle richieste dell’industria del farmaco. Il problema dunque è solo capire come difendersi.
Nessuno di noi è “no vax”, come scioccamente ci chiama il mainstream. Io ho fatto tutte le vaccinazioni obbligatorie, vaiolo incluso, e con me, le altre, i miei figli (tetano, difterite, poliomielite). Le rifarei anche oggi, tutte. Quando però si viene forzati ad assumere terapie ancora in fase sperimentale che producono (si vedano i dati EMA europei, se non bastasse ciò che ogni giorno vediamo nei nostri studi) morte e disabilità su numeri che non sono per nulla trascurabili, il diritto alla scelta di cura diventa inalienabile e chiunque cerchi di sottrarcelo va immediatamente denunciato per violazione della Costituzione.
Io, nonostante le contrastanti direttive ministeriali e ordinistiche, mi ostino a fare il medico, così come ho imparato in tanti anni di studio. Ritengo che sia importante prima di tutto non nuocere, invece di fare gli apprendisti stregoni “col culo degli altri”. Ogni richiesta vaccinale (così come ogni prescrizione farmacologica) deve essere assoggettata ad una valutazione medica (non politica) del suo rapporto rischi/benefici, e ciascuno deve essere libero, come sancito dalla direttiva europea 953/21, di scegliere se vaccinarsi o meno.
Nel suo caso vedo due elementi di rischio rilevanti. Il primo è la tendenza alla coagulazione (da approfondire), che è il fattore di rischio vaccinale più importante (la proteina spike del virus, infatti, genera un ambiente procoagulante all’interno dei vasi, sia che provenga da virus naturale che da vaccino). Il secondo è la totale inutilità della vaccinazione dal momento che lei, avendo già fatto la malattia naturale, si trova con gli anticorpi ancora alti. Così mi hanno insegnato nella facoltà di Medicina alle lezioni di immunologia: la copertura data dalla malattia naturale è di gran lunga superiore (per efficacia e durata) rispetto a quella vaccinale. A qual pro dunque esporre le persone ad un rischio, ancorché minimo, quando non ve n’è alcun bisogno?
A me sembra chiaro che qualcuno abbia voluto imporre una vaccinazione a tutti senza distinzione per meri interessi commerciali o, peggio ancora, politici. A noi medici spetta far sentire la nostra voce con forza per impedire derive ulteriori e proteggere la salute nostra, dei nostri figli, dei nostri pazienti.
I vaccinatori compulsivi le diranno che anche se è sensibile da un punto di vista cardiologico, a maggior ragione le serve il vaccino per evitare la malattia naturale che la esporrebbe a dei rischi. Ragionamento doppiamente fallace. Prima di tutto perché avendo già gli anticorpi è sufficientemente protetta, più di qualunque vaccinato. In secondo luogo perché anche se non fosse protetta, può proteggersi dalla malattia naturale con semplici comportamenti preventivi. Non così dal vaccino, che andrebbe a coprire (almeno nelle intenzioni dei vaccinatori compulsivi) la totalità della popolazione.
Medici coscienziosi, dunque, ce ne sono sicuramente in circolazione, ma probabilmente non fanno i vaccinatori. Se ne conosce qualcuno si rivolga a lui con fiducia. Diversamente documenti con grande dettaglio la sua situazione e chieda a chi le chiede o impone l’atto vaccinale di assumersi la responsabilità di questo atto medico, senza firmare alcun consenso.
Quando i medici hanno smesso di essere al servizio della salute del paziente per mettersi agli ordini di interessi commerciali, è finita la medicina così come l’hanno intesa i nostri padri.
Le auguro una buona vita.
Lettera tratta dal numero 111 de L’altra medicina.