Sappiamo tutti che un alimento biologico ci offre maggiori garanzie per la tutela della nostra salute, perché meno inquinato da sostanze tossiche come pesticidi, regolatori della crescita e coloranti di sintesi. Ma anche nel settore del cibo biologico occorre prestare attenzione e tenersi alla larga da quei prodotti che sono etichettati bio ma non sono affatto salutari.
Quando il marketing inganna
Prendiamo i succhi di frutta confezionati: il marketing è riuscito a far passare il messaggio che la merenda più sana per i bambini sia un bel succo di frutta, magari in comodissimi brick da portare a scuola. Con questo dogma le multinazionali sono state capaci di produrre prodotti per i bambini che nuocciono talmente tanto alla loro salute da dover essere accompagnati con bollini di avvertimento per la salute.
Si tratta di preparati ricchi di zuccheri, e persino di zuccheri aggiunti: un bambino ingerisce ben 29 gr di zucchero per brick (200 ml di bevanda), pari circa a 6 cucchiaini. Un prodotto quindi che sarà pure biologico, ma non consigliabile in nessun modo.
Un altro esempio di biologico poco salutare sono i succhi di mirtillo “senza zuccheri aggiunti”, che giocano sul concetto di zucchero inteso unicamente come saccarosio, quello della zuccheriera, ma mascherano l’aggiunta di altri zuccheri a tutti gli effetti quali i succhi di mela e di mirtillo da concentrato. Eppure sono anche questi zuccheri.
Oppure l’enorme mercato di creme spalmabili biologiche, tutte alternative alla più celebre Nutella, ma in fin dei conti non tanto più salutari della crema più venduta al mondo. Il rischio è quello di acquistare lo stesso identico prodotto a un prezzo molto più alto, senza evitare zuccheri e olio di palma. Gran parte delle creme di nocciole e cacao bio hanno infatti poco di diverso rispetto alla Nutella: il primo ingrediente è sempre lo zucchero. Molto meglio quelle che usano invece il miele di piccoli apicoltori, ricco di vitamine, minerali, sostanze antibatteriche e antiossidanti che nello zucchero non troveremo mai.
Biologico è meglio, ma solo con il cibo sano
La domanda è: comprare cibi biologici conviene davvero per una salute migliore? Per molti biologico significa sano, ecologico, ritorno alle origini. Per altri significa truffa, prezzi esagerati, business. Come spesso accade, la realtà è a metà strada: il biologico diventa essenziale se la persona mangia alimenti integrali, se mangia sempre la frutta con la buccia (questo è sempre auspicabile dal momento che molti nutrienti utili sono proprio nella buccia), ma diventa assolutamente inutile in una spesa a base di farine raffinate o se si fa largo uso di vino. Se bevo un litro di vino al giorno e decido di prenderlo biologico, alla lunga mi verrà la cirrosi lo stesso. Se mangio pacchi di biscotti bio ogni settimana, sono sempre biscotti e zucchero, che non apportano un maggior benessere.
Quindi ha sicuramente senso preferire il prodotto biologico, ma bisogna fare attenzione a quale prodotto si compra. Il consumatore non deve affidarsi ciecamente a un marchio o a un bollino, ma coltivare la sua capacità di scegliere, di leggere gli ingredienti e valutare se ciò che acquista è veramente salutare. In definitiva scegliere biologico conviene sempre e costituisce un vero valore aggiunto quando ci orientiamo verso cibi naturali e davvero genuini, ma non è utile se la scelta ricade su prodotti confezionati industriali che di base sono comunque cibi non salutari.
Tratto da un articolo di Gianpaolo Usai, educatore alimentare, sul numero 97 de L’Altra Medicina (luglio 2020), acquistabile online e in edicola.