Allergia ai latticini o Intolleranza al lattosio?
Come è possibile capire se una persona soffre di allergia ai latticini o intolleranza al lattosio? Risponderemo a questa domanda partendo dalla storia una delle Lettrici de L’Altra Medicina Magazine…
Da una visita allergologica con prick test ha sempre riscontrato positività ai latticini sia freschi, sia stagionati. Con l’esame del sangue, le IgE del latte e delle sue proteine sono risultate però negative, ma sin da bambina sta male ogni volta che assume latticini quindi li ha sempre evitati.
Come? restringendo l’ alimentazione alle proteine della soia, della carne e del pesce, che dalle sue parti, come ci spiega, non sono mai di qualità, con il rischio di mangiare spesso gli stessi alimenti e sviluppare così una food sensitivity.
La nostra lettrice si chiede quindi se, e sopratutto come, sia possibile recuperare una tolleranza a un gruppo alimentare dopo tantissimi anni di esclusione.
Come recuprare la tolleranza ai latticini e al lattosio? Risponde la Dott.ssa Lyda Bottino
Quello che ci differenzia da molti altri professionisti che lavorano nel campo delle food sensitivities è proprio il tentativo di portare i pazienti al recupero della tolleranza alimentare, invece di limitarci (come molti altri) all’esclusione di intere famiglie alimentari per eliminare il sintomo.
La vera guarigione sta infatti nel recupero della tolleranza alimentare e nel tornare a mangiare tutto senza più soffrire sintomi di sovraccarico. Il recupero avviene grazie all’impostazione di una corretta dieta di rotazione con giorni di pulizia e giorni di libertà, proprio come avviene durante lo svezzamento.
Dalle parole di questa lettrice, inoltre, pare di capire che chi la segue non ha colto la differenza tra sintomi allergici (legati alle IgE) e sintomi da food sensitivities (legati a IgG o ad altri mediatori del sovraccarico alimentare). Essere negativi alle IgE di un certo alimento significa non esserne allergici. Ma se poi si hanno sintomi ogni volta che lo si consuma o che se ne supera un certo carico, si ha indubbio vantaggio nell’assoggettare a rotazione anche quell’alimento.
Da decenni ormai negli ospedali si trattano come se fossero ipocondriaci pazienti negativi alle IgE ma con sintomi allergici. Sarebbe ora che la medicina di base si allineasse con le nuove informazioni scientifiche ora disponibili.
Il dottor Luca Speciani e io trattiamo questo argomento nel libro Food Sensitivity e cerchiamo di formare professionisti competenti all’uso del questionario anamnestico QuASA per l’identificazione dei sovraccarichi alimentari di un individuo.
Siamo certi che questa risposta possa aiutare tante persone, non solo la cara lettrice che ha posto la domanda.
Per non perderti nessuna notizia, ti aspettiamo su L’Altra Medicina Magazine, in edicola e online…pronti ad aiutarti a vivere secondo natura!