Quali sono le malattie “moderne”? Probabilmente tutte quelle che non avremmo mai trovato tra i nostri antenati nelle savane e nelle foreste del paleolitico: diabete, obesità, cancro, disturbi del comportamento alimentare, malattie cardiovascolari e malattie
allergiche o autoimmuni. Di queste ultime ci occupiamo in questo nuovo numero de “L’altra medicina” provando, come sempre, ad alzare gli occhi da protocolli e linee guida,
cercando invece di capire da dove nascano e quale possa essere un più corretto approccio terapeutico.
di LUCA SPECIANI
Una prima domanda importante riguarda il motivo per cui le patologie allergiche non erano presenti nella preistoria. Se comprendiamo da dove nasca una risposta allergica che si manifesta sulla nostra pelle, abbiamo già in mano una risposta sensata alla domanda.
In medicina di segnale un’allergia è un tentativo di pulizia che il corpo esprime per liberarsi da tossine o da un sovraccarico in genere, perciò il motivo per cui oggi siamo vittime di patologie allergiche risiede nel fatto che oggi i nostri sistemi di difesa sono sottoposti ad un incessante attacco da parte di molecole xenobiotiche e allergeni alimentari, che nel loro insieme rappresentano un carico insopportabile. Il corpo allora risponde con un potente organo emuntore – la pelle – che riporta i segni della battaglia di “pulizia” in corso: dermatiti, eczemi, orticaria, pruriti, arrossamenti.
Se pensiamo di poter combattere questi sintomi sopprimendoli con un bel farmaco di ultima generazione antistaminico o cortisonico, siamo fuori strada. La soppressione farmacologica, impedendo il naturale sfogo sulla pelle, ricaccerà indietro tossine e allergeni, rendendo al corpo sempre più difficile liberarsene, con imprevedibili esiti di aggravamento futuro. Vedremo dunque insieme, in questo numero, quante siano
le implicazioni di questa visione più completa del fenomeno allergico e quali impostazioni terapeutiche efficaci ne possano nascere, facendo uso del controllo dell’infiammazione da cibo e di interventi mirati sullo stile di vita e sulle nostre scelte alimentari.
Sappiamo poi che ogni risposta del nostro organismo, sia essa patologica o adattativa, è sempre correlata con aspetti psicosomatici, che non mancheremo di rilevare.
Risposte allergiche o autoimmuni rappresentano anche una delle complicanze vaccinali di cui abbiamo spesso recentemente parlato. Quando il sistema immunitario deve farsi carico dell’eliminazione di un grandissimo numero di cellule che sono entrate in contatto con l’mRNA codificante la proteina spike, è possibile che il controllo immunitario perda qualche colpo. E i nostri studi sono pieni di pazienti che lamentano, dopo 2-3-4 dosi di vaccino antiCovid, sintomi di vario genere, tra cui però spiccano (naturalmente senza “nessuna correlazione”) turbo tumori, infarti/ictus, problemi neurologici e infine recrudescenze
gravi di malattie autoimmuni. Ora il famigerato AstraZeneca è stato ritirato in tutto il mondo per i disastrosi (e documentati) effetti collaterali che provocava: paralisi, miocarditi, pericarditi, cancri, infarti e talvolta morte improvvisa. Eppure all’epoca le nostre onnipresenti virostar non facevano altro che lodare efficacia e sicurezza di questi preparati, mentre alle loro spalle i governi Conte e Draghi emettevano leggi liberticide che ci obbligavano a vaccinarci con queste meraviglie pena la perdita del lavoro o la possibilità
di viaggiare, di fare sport, di essere curati. Ora, con l’avviso di garanzia preelettorale per il governatore della Liguria Toti (uno dei più attivi politici provax), che ha candidamente dichiarato di aver falsato il numero dei contagi in un esilarante dialogo con il capo di gabinetto Cozzani, qualcosa si sta muovendo. Chissà che, anche grazie all’enorme successo
di pubblico che sta ricevendo il film di Paolo Cassina “Non è andato tutto bene”, qualche magistrato degno di questo nome si converta sulla via di Damasco e incominci ad inchiodare alle loro responsabilità quei farabutti che hanno giocato con le nostre vite per un, seppur ricco, piatto di minestra? Aspetteremo sulla riva del fiume di veder passare, uno dopo l’altro, i loro cadaveri.
Prefazione al N° 137 – luglio 2024 L’Altra Medicina