L’autismo (dal greco aütós – stesso) è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato dalla compromissione dell’interazione sociale e da deficit della comunicazione verbale e non verbale che provoca ristrettezza d’interessi e comportamenti ripetitivi. I genitori di solito notano i primi segni entro i due anni di vita del bambino e la diagnosi certa spesso può essere fatta entro i trenta mesi di vita. Di Autismo in Italia ne soffre un bambino su 160 (fonte: Organizzazione Mondiale della Sanità) e i maschi sono i più colpiti: 4 volte più delle femmine, senza differenza tra le varie etnie e condizioni sociali. Secondo il Centers for disease control and prevention (organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti), l’autismo colpisce un bambino statunitense su 68, con tasso di incremento cresciuto di 10 volte negli ultimi 40 anni. Dati che mostrano come l’autismo sia la disabilità con il maggiore fattore di crescita. Cinquecentomila famiglie coinvolte in Italia a confrontarsi quotidianamente con il problema dell’autismo, ma alcune fonti citano numeri più elevati.
Per la medicina ufficiale non vi è nessuna terapia per l’autismo, se non quella comportamentale, mentre per la Medicinale di Segnale l’Autismo è la conseguenza di un blocco sicotico. Quando si verifica una situazione di ingorgo nei primi anni di vita, c’è il rischio che gli emuntori e il sistema reticolo endoteliale (SRE) dei bambini non riesca a drenare tutte le tossine in superficie, con conseguente accumulo tossico che può essere veicolato a livelli più interni, tra cui anche il sistema nervoso centrale. La Medicina di Segnale, per tutte le situazioni cliniche caratterizzate da uno spettro di sintomatologie quali disgrafia, discalculia, dislessia fino ad arrivare ad alterazioni comportamentali quali l’autismo, suggerisce uno stile di vita improntato sull’alleggerimento del sistema cerebrale dalle tossine alimentari ed ambientali. La MDS da sempre più importanza all’ecosistema dell’intestino, consapevole del fatto che esistono profonde interazioni tra il nostro organismo e quei circa 100.000 miliardi di batteri, virus, protozoi, funghi presenti normalmente nel nostro intestino. Tutta questa massa batterica è tutta metabolicamente attiva e modifica, incorpora, assimila e detossifica qualunque sostanza naturale o di sintesi che arrivi a tiro. La massa batterica rappresenta dunque un vero e proprio “organo” di altissimo valore metabolico, che funge da filtro nei confronti di diversi alimenti contenenti molecole tossiche definite in generale perturbatori endocrini. Un perturbatore endocrino, per definizione, è una sostanza o un insieme di sostanze che altera le funzioni endocrine producendo effetti nocivi sulla salute di singoli organismi, dei loro figli o di intere popolazioni. Sono diffusi in una grandissima varietà di prodotti alimentari e commerciali; nei fitofarmaci, in vari insetticidi e disinfettanti, cosmetici ma anche in imballaggi alimentari, alcuni tipi di plastiche alimentari ed anche in vari cibi sotto forma di antiossidanti. Si tratta dunque di sostanze estremamente diffuse, talvolta in modo insospettabile, in quasi tutti gli ambienti, sugli effetti dannosi delle quali si sta progressivamente accumulando abbondante letteratura.
Parliamo di vari inquinanti ambientali a livello industriale ma anche quelli più comunemente usati, da pesticidi ad insetticidi. Dei veri e propri veleni capaci di interagire con il sistema nervoso.
Trovi l’articolo completo di Lorenzo Lolli sul numero 123 de L’altra medicina.