Il colesterolo fa davvero male?
Da decenni il colesterolo è al centro del dibattito sul rischio cardiovascolare. Molti cardiologi ritengono che il colesterolo alto sia un potente killer vascolare. Eppure, i dati scientifici dell’ultimo decennio sembrano affermare l’esatto contrario: un colesterolo più alto risulta essere altamente protettivo nei confronti del decesso per tutte le cause (protegge solo, così riportano diversi lavori, dalla “morte cardiovascolare”).
Numerosi lavori scientifici volti a testare gli effetti di forti riduzioni del colesterolo ematico, a partire dal 2005 in avanti (anno del cosiddetto “scandalo Vioxx” che costrinse la FDA ad irrigidire i termini per l’approvazione dei farmaci) hanno infatti mostrato una lieve riduzione del rischio cardiovascolare, abbinata però ad un aumento della mortalità per tutte le cause.
Quindi un medico onesto e corretto, prescrivendo un farmaco anticolesterolo, dovrebbe dire: “Il farmaco che le sto prescrivendo potrà evitarle del 10% un infarto o un ictus. Tuttavia, lei morirà più facilmente per altre svariate cause”.
Ecco, forse sarebbe ora di riportare la scienza medica alle sue basi fondanti, al “primo non nuocere” di Ippocratica memoria, allontanando a distanza di sicurezza la pratica medica dagli interessi commerciali.
È quindi consentito di dubitare, a questo punto, anche delle affermazioni riguardanti la riduzione del rischio cardiovascolare. Troppo facile è infatti registrare un decesso in un gruppo o nell’altro: basta che i medici vengano istruiti a farlo. Abbiamo dovuto assistere durante la pandemia a numerose dichiarazioni non veritiere di cause di morte, a causa delle raccomandazioni operative ministeriali per i medici legali, che erano tenuti a registrare come decesso Covid anche decessi che col Covid non avevano nulla a che fare.
Se andiamo invece a vedere le morti per tutte le cause, risulta molto più complesso nascondere un decesso, e infatti il numero totale dei decessi è, guarda caso, sempre maggiore nel gruppo trattato con farmaci ipocolesterolemizzanti.
Non è paradossale che, pur rilevando una maggiore mortalità, tali farmaci vengano non solo raccomandati da tantissimi medici, ma anche attivamente promossi dalle società di cardiologia, che hanno spesso forti conflitti di interesse con i produttori dei farmaci stessi?
Il Colesterolo è davvero un problema?
È un fatto che tocca la salute pubblica, non una minuzia. Un’attenta lettura dei più recenti lavori scientifici, potrà chiarire a chi abbia voglia di approfondire, i reali rischi e/o benefici connessi alla riduzione farmacologica del colesterolo circolante.
Il motivo per cui abbassare troppo drasticamente il colesterolo può fare danni è legato al fatto che il colesterolo è precursore di numerose importanti molecole biologiche, come il cortisolo surrenale, la quasi totalità degli ormoni sessuali (estrogeni, testosterone, progesterone), la vitamina D, il coenzima Q10, alcuni componenti delle guaine nervose mieliniche, alcuni componenti della bile.
Insomma: senza la giusta quantità di colesterolo siamo più a rischio di essere depressi, impotenti, le nostre ossa si sfarinano, i muscoli dolgono, possiamo avere problemi neurologici, cataratta, digestione lenta e difficile. Come sia stato possibile che una molecola così preziosa, per giunta prodotta al 90% dal nostro organismo, venisse accusata di essere il peggior killer vascolare esistente, non può che lasciarci stupiti. Siamo certi che tra qualche decennio la verità dei fatti sarà ripristinata.
Questi e altri temi connessi all’argomento colesterolo sono disponibili nel n. 130 de L’altra medicina, in edicola e online!