I controlli sul cibo sono davvero sicuri?
I controlli sul cibo sono davvero sicuri? Siamo tutti d’accordo che una fiducia completa riguardo la salubrità̀ e sicurezza del cibo non possa essere riposta sulle aziende private (produttori), gli industriali, i commercianti e grandi gruppi della Distribuzione Organizzata.
Ma possiamo almeno avere un certo sereno senso di tranquillità̀ verso gli amministratori pubblici come i servizi doganali? E verso l’Ispettorato Centrale Repressione Frodi (ICQRF), i Nuclei Antisofisticazione e Sanità (NAS) dei Carabinieri, e della Guardia di Finanza?
Anche altri organismi come i servizi veterinari e quelli delle ASL possono intervenire nel processo di tutela della salubrità̀ dei cibi che mangiamo, ad esempio per controlli nei macelli e presso le industrie che preparano prodotti animali.
Ma le dogane, i servizi antifrode e i NAS sono le forze più̀ attive nell’assicurarsi che il cibo venduto sul territorio sia sano. O meglio, conforme alle norme vigenti, che non equivale affatto a dire che sia sano. Ma vediamo almeno se è vero che i controlli sul cibo sono davvero sicuri.
Controlli sul cibo: come operano i servizi doganali?
I servizi doganali verificano la conformità di ciò che viene importato ed esportato, mentre l’antifrode controlla tutto ciò che viene prodotto sul territorio nazionale.
Sulla carta funziona tutto benissimo e molte persone si sentono protette da questi organismi.
Sfortunatamente nel sistema ci sono delle falle che rendono questi servizi di controllo assai poco efficaci.
In primo luogo, va detto che gli agenti delle dogane e dell’antifrode sono oberati e svolgono comunque un lavoro enorme. Sono devoti al loro compito professionale, quindi non si tratta di falle di sistema da addebitare agli operatori. Per chi opera in questi servizi è assolutamente impossibile controllare tutta la merce che entra ed esce ogni giorno in Italia.
La stessa cosa vale per i NAS e gli operatori dell’ICQRF (antifrode). Tutti questi nuclei di controllo devono occuparsi di vigilare su migliaia di attività.
Devono anche effettuare controlli non soltanto del settore alimentare ma anche di tutti gli altri settori commerciali e industriali.
Inoltre, va tenuto presente che tutti questi agenti dei servizi di controllo sono vincolati e dipendenti dalle decisioni politiche che si prendono a Bruxelles.
Pertanto, se i regolamenti europei stabiliscono norme lassiste e inadatte come, per esempio, l’impiego di determinati additivi o la possibilità per i produttori di nascondere l’origine della materia prima di un prodotto, allora gli agenti di controllo non possono fare assolutamente niente per contrastare tutto questo. In più quest’enti di controllo non sono organismi indipendenti, ma dipendono dal Ministero della Difesa (NAS) e dal Ministero delle Politiche Agri- cole (ICQRF).
Il caso Fipronil delle uova
Analizziamo ora concretamente il tema di questa trattazione: i controlli sul cibo sono davvero sicuri?
Alcuni lettori ricorderanno sicuramente lo scandalo alimentare del caso Fipronil nel 2017, quando la catena tedesca ALDI decise di ritirare una considerevole quantità di uova infette dal fipronil dagli scaffali dei suoi punti vendita in Germania (Agosto 2017).
Questo insetticida è molto efficace nel debellare gli acari, in particolare l’acaro rosso che è un parassita del pollame e incubo degli allevatori di galline ovaiole. Pertanto, alcuni furbetti allevatori dei Paesi Bassi lo hanno utilizzato ugualmente, anche se vietato.
Per mesi l’Olanda, che è uno dei maggiori esportatori di uova al mondo, non ha fatto niente e soprattutto non ha detto niente.
Nel caso specifico Belgio e Olanda, pur di tutelare i profitti, hanno comunicato con grande ritardo agli altri Stati europei un problema del quale erano già̀ a conoscenza da settimane.
In breve tempo si è infatti scoperto che il problema non era limitato all’Olanda ma che i Paesi coinvolti da uova contaminate col Fipronil erano 48, Italia compresa, per ammissione della stessa Commissione europea.
A Onor del vero, una volta che, attraverso il sistema centralizzato europeo chiamato RASFF (Sistema europeo di allerta rapido per alimenti e mangimi), diffondiamo un’allerta alimentare, la merce contaminata viene bloccata e ritirata rapidamente dal commercio.
Purtroppo, però, si può constatare che non vengono poi in realtà applicate sanzioni severe a chi non rispetta le regole.
Quindi abbiamo appena dimostrato che a volte i controlli, le allerte e le sanzioni sui prodotti alimentari mancano, nel senso che non vengono proprio effettuati oppure si fanno in ritardo, quando le merci hanno già invaso il mercato.
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