Cuore e sonno: una stretta relazione

CONOSCERE IL LEGAME PER AGIRE SUI SINTOMI CARDIOVASCOLARI.
Quello che i cardiologi dovrebbero sapere sul sonno è il titolo di un articolo scientifico uscito sull’European Heart Journal al quale, in Italia, ha collaborato anche l’Istituto Auxologico. Passiamo un terzo della nostra vita dormendo e gli Autori dell’articolo mettono  in evidenza quanto sia importante indagare anche questo aspetto della vita del paziente. Infatti, disturbi del sonno come l’insonnia e l’apnea ostruttiva del sonno ne compromettono la qualità e aumentano il rischio di malattie cardiovascolari tra cui ipertensione, insufficienza cardiaca e fibrillazione atriale. La salute del sonno può migliorare la qualità della vita, l’umore
e può ridurre la morbilità cardiovascolare.

MALATTIE CARDIOVASCOLARI E INSONNIA, QUALE LEGAME?

L’insonnia è il disturbo del sonno più comune in tutto il mondo e ha un ampio impatto sulla salute pubblica. Sia i sintomi dell’insonnia che i disturbi dell’insonnia sono sempre più riconosciuti come potenziali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari subcliniche e cliniche, in particolare l’ipertensione. L’insonnia è anche associata a un alterato controllo della pressione arteriosa durante il sonno.

Molti studi hanno rilevato associazioni tra insonnia e malattie cardiovascolari. Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per capire se il trattamento dell’insonnia può ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, i cardiologi dovrebbero chiedere informazioni sull’insonnia, specialmente nei pazienti con ipertensione.

Le prove scientifiche disponibili supportano l’inclusione dei disturbi del sonno tra i primi 10 fattori di rischio cardiovascolare potenzialmente modificabili. Un sonno sano è importante per il cuore e prendere di mira il sonno è la prossima frontiera per migliorare la salute cardiovascolare.

Il sonno non deve essere immaginato come una fase meramente passiva con inibizione di tutte le funzioni vitali presenti durante le fasi di veglia, ma deve essere considerato a tutti gli effetti un processo attivo determinato dalla complessa interazione di fenomeni che coinvolgono non solo le strutture del sistema nervoso centrale, ma anche quelle dell’apparato respiratorio e cardiovascolare.

Disturbi del sonno possono associarsi ad alcune patologie dell’apparato cardiovascolare potendone arrivare ad influenzare, fino ad aggravare il decorso e la prognosi.

Le principali patologie cardiovascolari interessate da tale relazione sono:

  1. Ipertensione arteriosa
  2. Cardiopatia ischemica
  3. Scompenso cardiaco

EPIDEMIOLOGIA

L’impatto epidemiologico, a lungo sottovalutato, negli ultimi anni è stato riconsiderato poichè ormai si ritiene che almeno 1 soggetto adulto con età superiore ai 60 anni su 5 abbia una forma lieve di disturbi respiratori del sonno e almeno 1 su 15 presenta una forma almeno moderata. Considerando la popolazione dei cardiopatici poi, si stima che almeno il 65% dei pazienti portatori di scompenso cardiaco siano affetti da tali disturbi. Se tali dati sono corretti in Italia nel 2020 le proiezioni statistiche segnalano la presenza di una popolazione totale di circa 65 milioni di abitanti con una porzione di ultrasessantenni pari a 16 milioni e dunque con almeno 1 milione di persone affette da sindrome delle apnee notturne almeno moderata.

SEGNI E SINTOMI

Gli eventi del sonno che più marcatamente possono deteriorare l’equilibrio emodinamico determinando sintomi sono rappresentati da:

1. Apnee che per definizione sono rappresentate dalla cessazione del flusso aereo per una durata superiore i 10 secondi.

2. Ipopnee, ossia una riduzione del flusso aereo superiore al 30% rispetto ai valori basali, per una durata superiore ai 10 secondi, associata ad episodi di riduzione di ossigenazione del sangue (desaturazione ossiemoglobinica) superiore al 3% del valore basale

Tali fenomeni possono essere di tipo ostruttivo, in cui l’assenza o la riduzione del flusso è determinata da una ostruzione delle vie aeree superiori, che si associa sempre alla presenza di sforzo respiratorio;  di tipo centrale, in cui la assenza o la riduzione del flusso è determinata da una sospensione dei movimenti respiratori causata da alterazioni delle strutture del sistema nervoso centrale deputate al controllo della meccanica respiratoria e di tipo misto, che presentano dunque caratteristiche intermedie.

Dalla frequenza delle ipopnee e apnee mediante uno studio del sonno, indicato solo quando è rilevante il sospetto di disturbi cardiorespiratori durante le ore notturne, è possibile ricavare il cosiddetto indice di apnee/ipopnee (AHI) che rappresenta il numero di eventi per ora di sonno e che rappresenta un fattore di rilevanza della patologia.

Si parla di sindrome delle apnee notturne di grado:

  1. Lieve con un AHI inferiore a 15 eventi/ora
  2. Moderato con AHI tra 15 e 30 eventi/ora
  3. Severo con AHI maggiore a 30 eventi/ora.

Esistono dei sintomi e dei segni che possono far sospettare la presenza di disturbi del sonno ed essi sono rappresentati da sintomi diurni (sonnolenza, cefalea, disturbi neurocognitivi quali irritabilità, calo dell’attenzione e della memoria) e sintomi notturni (russamento abituale e persistente, risvegli per sensazione di soffocamento, nicturia e presenza di apnee segnalate in genere dal partner abituale). Tra i segni, particolare rilevanza è assunta dalla presenza di obesità viscerale, dalla circonferenza del collo superiore a 43 cm nell’uomo e 41 cm nella donna, nonché dalla presenza di un indice di massa corporea superiore a 29.

PROGNOSI

Dal punto di vista prognostico ormai la letteratura scientifica è d’accordo sul fatto che la presenza di una sindrome delle apnee notturne incrementi il numero di eventi fatali e non fatali complessivi cardiovascolari, essendo un fattore di rischio indipendente sia per la patologia ischemica cerebrale che per quella

cardiovascolare. Gli effetti fisiopatologici sono determinati dall’incremento della pressione negativa intratoracica dovuto all’aumento dello sforzo inspiratorio (che in caso di ostruzione avviene a glottide chiusa), dalla conseguente ipossia e dalla attivazione bioumorale determinata in maniera prevalente dai microrisvegli che sono presenti durante la fase del sonno. L’insieme di tali fattori è alla fine in grado di determinare un aumento della coagulabilità del sangue (per elevazione dei livelli di fibrinogeno), un franco incremento della pressione arteriosa (sia sistolica che diastolica), una riduzione della quantità di sangue che il cuore espelle durante ogni singolo battito (la cosiddetta gettata sistolica) con conseguente scarsa irrorazione di tutti i tessuti periferici con conseguenze soprattutto a carico del cuore (diminuzione della perfusione coronarica e della contrattilità miocardica) e del sistema nervoso centrale.  

TERAPIA

Dal punto di vista terapeutico, dopo aver eseguito un’attenta valutazione specialistica, anche  mediante uno studio del sonno effettuato solo in centri che si occupano con costanza di tale patologia, è possibile migliorale le condizioni dei pazienti mediante il rispetto di norme generali che prevedono il dimagrimento (abbiamo visto come in genere tale patologia si accompagni alla obesità), l’ astensione dal fumo, la riduzione di alcool introdotto con la dieta e la riduzione della terapia ipnotico sedativa alla quale il paziente arriva per la scarsa qualità del sonno.

Esiste anche la possibilità di applicare delle protesi orali che permettono (in caso di apnee di tipo ostruttivo) di migliorare la pervietà delle vie aeree superiori. Nei casi gravi è possibile la soluzione chirugica indicata per la disostruzione delle vie aeree nonchè la prescrizioni di ausili respiratori domiciliari (quali la cPAP) capace di incrementare la pressione positiva all’interno delle vie aeree permettendo un più efficace passaggio di aria.

Picture of Gloria Ragno
Gloria Ragno

Psicologo clinico e Psicoterapeuta.
Specializzata in Psicoterapia integrata con perfezionamento in Diagnosi e Terapia dei disturbi del sonno

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Gloria Ragno

Psicologo clinico e Psicoterapeuta.
Specializzata in Psicoterapia integrata con perfezionamento in Diagnosi e Terapia dei disturbi del sonno