Mesi difficili, questi. Anni difficili quelli che ci aspettano. Una subdola dittatura sanitaria ha preso possesso delle nostre vite obbligandoci a misure di prevenzione assolutamente spropositate rispetto al pericolo dato da un virus che ormai la maggior parte degli scienziati indipendenti dà per attenuato e di bassa pericolosità. Ma il tamtam mediatico dei pochi condizionati da mostruosi conflitti di interesse con l’industria farmaceutica è talmente forte da riuscire a influenzare na quantità spropositata di menti fragili che hanno continuo bisogno di rassicurazioni alle proprie paure.
Oggi le terapie intensive sono vuote, se si eccettua qualche sparuto caso, e nessuno muore più di Covid, se si eccettua qualche decesso per altre cause assegnato a Covid a causa del tampone positivo.
Per il resto è caccia alle streghe, alla ricerca spasmodica di nuovi “contagiati”, moltiplicando a dismisura il numero dei tamponi effettuati per poter dichiarare ad ogni nuovo bollettino che i “contagiati” aumentano.
Il presidente della Regione Lazio (contro il cui obbligo vaccinale l’AMPAS ha fatto e vinto ricorso al TAR) ha dichiarato tronfio che all’ospedale Spallanzani è ormai quasi pronto il “vaccino italiano”. Ma pochi minuti dopo il primario che gli stava a fianco ha affermato che comunque la sperimentazione sul campo sarebbe stata effettuata in qualche paese del Sudamerica in quanto in Italia non c’erano più casi da trattare. E allora di che cosa stiamo parlando?
Le parole contano
Per provare a chiarire una volta per tutte il malinteso voluto tra “contagiati” sintomatici e asintomatici positivi al tampone, il 30 di Agosto l’Ampas ha diramato (sul sito medicina di segnale.it) un comunicato piuttosto duro, che riportiamo qui nelle sue linee principali.
Perché sulla confusione tra asintomatici positivi al tampone e “contagiati” reali, cioè sintomatici, stanno costruendo le basi per chiudere ancora scuole e aziende, mantenendo lo stato di emergenza che consente a costoro di cancellare i nostri diritti costituzionali, nonostante le terapie intensive siano semivuote e i decessi per Covid vicini allo zero. Abbiamo così elaborato, con la collaborazione di numerose altre associazioni, una lettera aperta per fare chiarezza e non essere ulteriormente presi in giro.
La lettera
Come medici (935 al 30/8) e come psicologi aderenti ad AMPAS sentiamo il bisogno con urgenza di esprimere la nostra opinione e di risvegliare le coscienze ad una maggiore consapevolezza sui rischi a cui stiamo esponendo le nostre vite.
Siamo di fronte all’ennesimo tentativo dei governi (in Italia come nel resto del mondo) di prolungare artificiosamente lo stato di allarme verso un’epidemia che ormai sta provocando un numero di decessi risibile e che da mesi in Italia lascia vuote le terapie intensive.
È estremamente fuorviante confondere le persone sane asintomatiche, positive al tampone, con i “contagiati” (che per definizione devono essere malati). Se l’asintomatico viene considerato fonte di contagio, questo significa che scuole, aziende e altri centri di aggregazione verranno tutti chiusi e messi in quarantena, poiché i tamponi a tappeto effettuati sulle persone sane danno spesso falsi positivi, fornendo una falsa immagine di diffusione della patologia, quando invece l’unica cosa che si sta diffondendo è la resistenza anticorpale alla malattia stessa.
È di grande importanza sovvertire subito questa menzogna, che rischia di portarci a nuovi lockdown (magari inizialmente parziali) per una patologia di cui ora si conosce meglio un approccio terapeutico efficace, i cui decessi quotidiani sono da 100 a 500 volte inferiori rispetto a quelli dovuti a problemi cardiovascolari (circa 600 decessi/giorno) e a quelli dovuti a tumori (circa 500 decessi/giorno). Patologie cardiovascolari e tumorali che potrebbero essere facilmente prevenute con interventi sistematici sullo stile di vita (movimento fisico, eliminazione zuccheri, controllo del peso, cibi senza pesticidi, riduzione inquinamento, stop al fumo).
Chi vuole imporre ulteriori lockdown (magari a macchia di leopardo) senza motivo genererà il fallimento di tutte le imprese sopravvissute con difficoltà al primo, già durissimo, che in Italia abbiamo dovuto sopportare. Sappia chi accetterà di farsi tracciare, identificare, testare che potrà succedere anche a lui. La domanda da porsi è: perché? Quali motivazioni spingono qualcuno a mandare il Paese in rovina senza alcun plausibile motivo? Speriamo che politici, giornalisti e medici che appoggiano le scellerate scelte governative siano in grado di darci una spiegazione. Noi, con questa lettera, vogliamo solo che ci sia restituita la verità dei fatti: che gli asintomatici non vengano assoggettati a inutili tamponi e che i diritti costituzionali da noi duramente conquistati (diritto al lavoro, all’istruzione, alla libera circolazione, alla libera scelta di cura, alla privacy) non ci siano più sottratti, ora e per sempre.
Se non difenderemo attivamente i nostri diritti, con la scusa dei falsi “focolai di contagiati”, al primo colpo di tosse o alle prime linee di febbre scuole, aziende, comunità verrano chiuse, e la nostra vita non potrà mai più tornare come prima.
Trovi l’articolo completo del dottor Luca Speciani sul numero 109 de L’altra medicina.