L’agricoltura industriale, infatti, ci rende schiavi del petrolio: dalla coltivazione al consumo di cibo.
L’insalata è piena di pesticidi, il pane di conservanti, le uova di diossina, carne o pesce non ne parliamo…quindi che senso ha parlare di diete, di abbinamenti di cibo?
Vediamo la risposta del nostro direttore al lettore che pone questo dubbio:
“La nostra lotta contro la “chimica nel piatto” parte da molto lontano. Forse non sa che io prima di essere medico sono stato agronomo, e mi sono laureato proprio con una tesi sperimentale sull’utilizzo di fitofarmaci naturali in agricoltura. Già allora, nel lontano 1986, mi occupavo di deifendere i cittadini (e le piante) dagli abusi dell’industria dei fitofarmaci.
Non è un caso che la DietaGIFT e la Medicina di Segnale pongano come fondamentale l’utilizzo di alimenti biologici all’interno di una dieta sana. Ho dedicato un capitolo intero a questo tema sul mio nuovo romanzo “I sacrificabili”, e le ricette di Lyda Bottino riportano sempre alimenti biologici, ogni volta che ciò sia possibile. Nel lontano …. abbiamo anche dedicato un numero intero della rivista ad uno speciale sui pesticidi.
Se quindi il suo voleva essere un garbato rimprovero, credo che possa rivolgerlo ad altri. Noi nel biologico (e in un’agricoltura piccola e sana) crediamo fermamente. Inimicandoci, come sempre, le multinazionali dei fitofarmaci (che sono le stesse dei farmaci) e i grandi produttori/trasformatori di cibi di basso costo e bassa qualità.
Il cibo che compro io, e che consiglio di acquistare ai miei pazienti, è cibo sano, biologico, proveniente da piccoli produttori e possibilmente acquistato vicino a casa.
Siamo, mi sembra, del tutto in linea”.
Lettera tratta dal numero 117 de L’altra medicina.