I cibi grassi fanno ingrassare?
I cibi grassi fanno ingrassare? Dovete sapere che quel che ci raccontano su dieta e nutrizione è, nella migliore delle ipotesi, spiazzante. Articoli e programmi televisivi sull’argomento sbandierano cibi miracolosi, acceleratori del metabolismo e programmi di digiuno in grado di risolvere istantaneamente i nostri problemi di peso…
I CIBI GRASSI FANNO INGRASSARE? PORTANO OBESITÀ E PROBLEMI CARDIOVASCOLARI
I macronutrienti sono i componenti del cibo che forniscono energia. Poiché il grasso è il macronutriente con il maggior numero di calorie per grammo, ci si preoccupa che consumare cibi ricchi di grassi porti a un maggiore apporto calorico e sia causa di obesità. Le linee guida dietetiche hanno raccomandato di ridurre l’assunzione di grassi e i medici spesso raccomandano un basso contenuto di oli e grassi nella dieta.
Tuttavia, alcuni cibi ricchi di grassi hanno effetti benefici sulla nostra salute, come una maggiore sazietà, che successivamente porta a minore assunzione di cibo in generale. Alcune linee guida dietetiche raccomandano specificamente di sostituire i grassi saturi con quelli insaturi per migliorare la salute vascolare. La logica è che il consumo di grassi saturi aumenti i livelli di colesterolo totale e di lipoproteine a bassa densità (LDL), mentre il consumo di grassi insaturi generalmente abbassa questi livelli. Indipendentemente dai potenziali cambiamenti nei parametri lipidici del sangue però, l’evidenza scientifica mostra che i grassi saturi non sono un driver primario di malattia cardiometabolica o mortalità.
Alcuni alimenti contenenti grassi saturi possono essere dannosi, mentre altri possono essere addirittura benefici. Per esempio, consumare cibi ultralavorati ricchi di grassi saturi (carni conservate come wurstel o salumi, piatti pronti o dolciumi) contribuisce all’insorgenza di patologie cardiovascolari e all’incremento di mortalità per tutte le cause.
Inoltre è stato osservato in molti studi che consumare cibi integrali ricchi di grassi saturi è risultato essere inversamente associato a malattie cardiovascolari e metaboliche come il diabete mellito di tipo 2 e l’obesità.
Quindi, in sostanza, è sbagliato sostituire o eliminare dalla dieta alimenti ricchi di grassi ma del tutto naturali come il formaggio, la frutta secca, l’avocado, il burro, per passare a una dieta più ricca di carboidrati raffinati e industriali.
IL RISO BOLLITO IN BIANCO È DIETETICO…
Il riso bianco ha un indice glicemico elevato (più alto di quello della pasta e del pane bianco) che causa un aumento molto rapido della glicemia nel sangue.
È molto interessante sapere, però, che le diverse tipologie di cottura del riso influenzano l’indice glicemico stesso. Il picco glicemico più alto si ha proprio con il riso bollito in molta acqua e poi scolato: non è una grande trovata dietetica, come ritiene qualcuno. Una strategia per moderarne l’indice glicemico del riso è aggiungere alcune verdure nel piatto o mangiarle come antipasto.
Un aumento meno repentino degli zuccheri nel sangue si ha invece con il risotto o con un riso cotto all’orientale. Anche l’insalata di riso ha un indice glicemico più basso: l’amido che si era gelatinizzato in cottura, raffreddandosi, diventa più resistente all’attacco degli enzimi digestivi. La scelta migliore che si può fare resta quella di consumare varietà di riso più ricche di fibra come il riso rosso, il riso nero oppure altre varietà di riso integrale.
E L’ACQUA?
In estate aumenta il rischio di disidratazione, e con la sudorazione perdiamo più sali minerali e vitamine dal nostro corpo. Diventa quindi importante bere molto, ma occorre bere acqua ricca di sali minerali; cioè acque ad alto residuo fisso, non quelle a basso residuo fisso che non fanno altro che peggiorare il problema in quanto aumentano la diuresi e quindi la perdita di minerali dal corpo!
Il marketing pubblicitario ci fa credere che le uniche acque salutari siano quelle a basso residuo fisso ma in realtà queste acque sono le più povere dal punto di vista nutrizionale, proprio perché in esse sono quasi completamente assenti tutti gli elementi oligominerali. Teniamo infatti bene a mente questo aspetto: le acque a basso residuo fisso e povere di sodio aumentano la diuresi.
Cosa fanno invece le acque ad alto residuo fisso?
- Apportano alti quantitativi di minerali e oligoelementi preziosi al nostro corpo (calcio, ferro, magnesio, zinco, silicio, potassio ecc.). Questo è un fattore molto positivo per tutte le persone che soffrono di osteoporosi o che hanno fabbisogni alti di calcio da soddisfare (per esempio gli atleti, chi suda molto, gli escursionisti in alta quota, ecc.).
- Dissetano ben di più delle acque a basso residuo fisso (perché nutrono le cellule con tutti i sali minerali, appunto).
- Soprattutto non stimolano in eccesso la diuresi, quindi non faremo pipì in eccesso e non perderemo sali minerali. O meglio, perderemo solo quelli che al corpo non servono, attraverso i normali processi fisiologici di diuresi, espirazione e sudorazione.
Controindicazioni: se si hanno problemi di calcoli renali, allora il discorso non vale e vi serve l’acqua a basso residuo fisso perché dovete stimolare la diuresi per espellere la renella o i calcoli.
Per i neonati che usano il latte in polvere dovete usare l’acqua a basso residuo fisso, obbligatoriamente, altrimenti fate un danno alla salute del bambino che assimila già tanti minerali dal latte stesso. Questo discorso ci fa capire molto chiaramente come la nutrizione sia qualcosa che deve sempre essere personalizzata ai bisogni specifici di ciascun individuo. A ciascuno il suo.
ACQUA E LIMONE SONO PREZIOSI!
Il limone e il suo succo sono alimenti davvero preziosi ma non per alcalinizzare il corpo al mattino! Questo agrume aiuta il cuore proteggendolo dal rischio di ischemie grazie alla presenza di un flavonoide chiamato naringenina, una sostanza antiossidante. La naringenina, interagendo con una proteina presente nelle cellule del cuore, è in grado di attivare un meccanismo protettivo nei confronti del danno ischemico cardiaco.
La naringenina previene anche l’aumento di peso e altri sintomi della Sindrome Metabolica, che possono portare al diabete di tipo 2.
Attraverso un’azione che impedisce lo sviluppo dell’insulino-resistenza e che normalizza il metabolismo del glucosio, come evidenzia uno studio di Murray Huff, direttore del Robarts Research Institute in Ontario (Canada). Pertanto, usiamo il limone il più spesso possibile, ma non per la moda di alcalinizzare l’organismo al mattino con acqua e limone.
IL LATTE SCREMATO E SENZA GRASSI E’ PIU’ SANO
Il latte scremato o parzialmente scremato sono inganni dell’industria alimentare per far aumentare le vendite di latte e suoi derivati. Con le diciture “senza grassi”, “scremato” o “light” si riesce a stimolare nei consumatori una convinzione ben precisa riguardo al latte: che questi prodotti siano più sani!
Peccato però che non sia così: l’unico latte che per noi abbia un valore nutrizionale è in realtà quello intero. Questo perché le sostanze più utili del latte, oltre alle sue proteine di alto valore biologico, sono le vitamine liposolubili, i carotenoidi e la colina.
Stiamo parlando di: Vitamine E e A, Carotenoidi (betacarotene e altri), Vitamina D (la contiene solo se l’animale vive al pascolo ed è esposto alla luce del sole), Vitamina K1 e K2, Colesterolo (sì, il colesterolo non fa male alla salute!), Colina, acidi grassi saturi, monoinsaturi e polinsaturi. Sul consumo di latte o yogurt quindi, i più attenti nutrizionisti consigliano di usare la versione a latte intero, non quella scremata o zero grassi.
Per altri consigli riguardanti la dieta e l’alimentazione, vi aspettiamo su L’Altra Medicina Magazine, in edicola e online!