Il secondo profilo costituzionale estetico (dopo il cocomero) previsto dal sistema Rimodrena è il cosiddetto “avocado”. Da un punto di vista fisico, la sua struttura si presenta “a pera”, con grandi depositi di acqua e grasso sulle cosce e sui glutei. Che non si tratti di ingrassamento generalizzato, ma localizzato, è però evidente dalla conformazione della parte alta del corpo, che è sottodimensionata, con spalle piccole e seno non troppo sviluppato. La causa principale di questo squilibrio è il cattivo funzionamento del fegato e, in particolare, delle cellule deputate alla produzione di estrogeni, che possono essere in quantità superiore o inferiore alla norma.
Caratteristiche psichiche
L’avocado è tipicamente di umore mutevole. Sempre di fretta, agitato e irascibile. Se fa sport lo fa di corsa, incastrandolo tra un impegno e l’altro, con molta adrenalina. Gli squilibri ormonali di tipo estrogenico fanno sì che l’avocado sia un po’ come se fosse permanentemente nei giorni del ciclo mestruale.
Essendo sempre di fretta e ansioso, tende sempre a saltare la colazione, o a renderla minimale, con ricadute negative sulla disponibilità di energia (già scarsa) nel corso dell’intera giornata. Le sue notti saranno spesso turbolente, con risvegli frequenti tra l’una e le tre del mattino; la cattiva qualità del sonno potrà poi generare un circolo vizioso di stanchezza e umore mutevole.
Caratteristiche biochimiche e metaboliche
Un fegato inefficiente può non riuscire a elaborare adeguate quantità di precursori degli estrogeni, oppure, più spesso, a non catabolizzarli correttamente. Ciò può esacerbare alcune caratteristiche femminili (cosce e glutei) dove vi sia maggiore abbondanza di recettori. Il sovraccarico epatico e la irregolarità estrogenica sono i due maggiori responsabili della forma tipica dell’avocado, ma sono anche elementi in grado di condizionare il ciclo mestruale che si presenta spesso più lungo del dovuto.
Un altro problema riguarda la regolamentazione della glicemia, che diventa molto più sensibile a tossine e allergeni. Una glicemia “ballerina” può significare sia sbalzi d’umore sia facile ingrassamento, mentre una sensibilità maggiore agli allergeni può generare risposte allergiche frequenti, che possono anche richiedere poi l’uso di farmaci che vanno a peggiorare il quadro complessivo in un inarrestabile circolo vizioso.
Una fitoterapia per l’avocado
Prima di qualunque intervento integrativo per l’avocado è dunque di primaria importanza la riduzione del sovraccarico epatico attraverso un’adeguata depurazione. Assieme ai classici rigeneranti epatici come tarassaco (Taraxacum officinalis), cardo mariano (Sylibum marianum), carciofo (Cynara scolymus), bardana (Arctium lappa), equiseto (Equisetum arvense), è anche importante una depurazione generale con achillea (Achillea millefolium), melissa (Melissa), betulla (Betula verrucosa).
Il primo supporto mirato sarà poi legato alla funzionalità estrogenica, con i classici isoflavoni della soja o del trifoglio, con i lignani presenti nei semi di lino, con i cumestani dei germogli e dei legumi in genere, con la Salvia officinalis, con l’angelica. La Dioscorea agisce attraverso la diosgenina che è un progesteron-simile.
Inositolo e vit.B6 completeranno il quadro integrativo dell’avocado per quanto riguarda il cattivo funzionamento dell’asse della fertilità. Il sovraccarico epatico, impedendo una corretta detossificazione degli allergeni, espone frequentemente i pazienti a sintomatologie di tipo allergico. Per supportare tale condizione si potrà integrare con il re degli antiallergici, il ribes nero (Ribes nigrum), magari coadiuvato da oligoelementi in grado di aiutare il sistema immunitario come manganese, rame, zinco, selenio. Un olio essenziale al rosmarino (tipica specie ad azione stimolante e depurativa epatica) sarà perfetto per i massaggi connettivali previsti per questo tipo costitutivo.
Il tarassaco, magia di primavera
Una delle piante più utili al tipo costituzionale avocado è il tarassaco, pianta erbacea presente ovunque nei prati e nei giardini, dal bel fiore giallo che gli dona il nome di “dente di leone”. In altre regioni tuttavia il tarassaco ha nomi meno nobili come “pisciacane” o “piscialletto” tanto per ricordare le sue funzioni depurative.
Le funzioni diuretiche e depurative tuttavia non sono le sole che contraddistinguono questa pianta. Il tarassaco, attraverso una delle sue molecole più attive, un alcol triterpenico chiamato tarassasterolo, è infatti sia coleretico (stimola cioè la produzione di bile, come il carciofo) che colagogo (stimola la contrazione della cistifellea), aiutando così contemporaneamente sia la funzione epatica sia la digestione.
Ribes nigrum: antiallergico per eccellenza
Il gemmoterapico di Ribes nigrum è ricco di un olio essenziale che agisce come stimolante delle ghiandole surrenali nella produzione naturale di cortisolo. Il ribes nero ha quindi una potente proprietà antinfiammatoria naturale e blandamente antistaminica che agisce sia a livello cutaneo, sia a quello delle vie respiratorie ed è quindi indicato anche in caso di asma, riniti allergiche e croniche, bronchiti, laringiti, faringiti, dermatiti e congiuntivite.
Le foglie, i cui componenti principali sono triterpeni e un complesso di polifenoli, hanno invece proprietà depurative e diuretiche, e sono utilizzate in fitoterapia sotto forma di infusi e tinture madri per favorire l’eliminazione dell’urea e dell’acido urico, ridurre i livelli di colesterolo nel sangue, stabilizzare le membrane cellulari e drenare l’organismo. Anche i frutti ricchi di acido citrico, acido malico, vitamina C, oligoelementi, acidi polinsaturi, flavonoidi e antociani, si rivelano utili per la loro azione astringente e vasoprotettrice.
Tratto da un articolo del dottor Luca Speciani e della dottoressa Lyda Bottino sul numero 92 de L’Altra Medicina (febbraio 2020), acquistabile online e in edicola.