Perchè ci ammaliamo?
Scopriamolo insieme.
Perchè ci ammaliamo? Ve lo siete chiesti? La risposta è più profonda di quello che pensate!
La percezione inconscia di un evento improvviso avviene in frazioni millesimali di secondo, durante i quali la mente razionale si ferma e con essa l’elaborazione del pensiero.
In un attimo eterno percepiamo ciò che avviene e il suo impatto sul corpo.
Se il sistema corpo-psiche è in equilibrio, qualsiasi evento è un’opportunità di crescita, porta con sé un’occasione, che non è né bene né male, ma semplicemente un programma di apprendimento per farci evolvere. In caso contrario, se il sistema percepisce una sorta di allarme interiore, un disagio, significa che qualcosa nel processo si è inceppato.
Incredibile, ma senza l’influenza giudicante della mente, che agisce da blocco energetico, il corpo saprebbe predisporsi spontaneamente alla migliore reazione possibile, insita nel programma biologico costruito in milioni di anni di evoluzione. Poiché́ l’assenza di condizionamenti corticali è praticamente impossibile, si può̀ imparare a dialogare meglio con la nostra parte più istintuale, grazie al nostro esclusivo e personale Codice Biologico Emozionale.
Ecco che arriva la malattia
Perchè ci ammaliamo? Ciò avviene perchè, se dovesse risultare difficile uscire dallo stato di allarme e trovare un altro equilibrio di adattamento, nel tempo lo stress, per esempio, diventerà progressivamente malattia.
Stimolerà la produzione di determinate sostanze e l’attivazione di meccanismi biochimici proprio negli organi che derivano dal foglietto embrionale.
Se viene mantenuto uno stato di stress più prolungato verrà stimolata la produzione di ormoni ad azione rapida, ma con durata in circolo più estesa, anche di mesi o anni, attraverso l’Asse Ipotalamo-Ipofisi- Surrene, in primis, e i vari assi ormonali sotto il controllo ipofisario.
Il sistema nervoso autonomo e quello endocrino si alimentano a vicenda e possono così sostenere lo stato di stress anche per periodi prolungati. Quando vengono fortemente stimolati, tanto da prevaricare la possibilità̀ di ripristino dell’equi- libri organico, significa che un terzo sistema, il Sistema Immunitario, ha subito un danno, lasciando il corpo più vulnerabile
Perchè ci ammaliamo? Impariamo a comprendere il nostro corpo.
La mancata comprensione del legame tra l’evento stressogeno e l’emozione collegata ad esso porta invece ad assumere un comportamento afinalistico perché l’individuo non riesce a capire cosa gli è utile in termini di adattamento alle situazioni nuove della vita.
Ci chiediamo continuamente perchè ci ammaliamo, senza renderci conto che il motivo principale è la non comprensione del nostro stesso corpo.
Quando sentiamo di vivere delle frustrazioni o delle privazioni, stiamo sperimentando degli allarmi che richiamano memorie cellulari già̀ registrate, ma verso il quale non siamo ancora consapevoli.
Sintomi come l’ipertensione, l’impotenza, l’ulcera gastrica ed altri, sono legati alla fase di esaurimento funzionale dell’organismo e si manifestano dopo un lungo periodo di costruzione, dando inizialmente solo piccoli segnali come mal di testa, stipsi o diarrea occasionali, ai quali normalmente non prestiamo troppa attenzione.
Solo quando la situazione precipita e il corpo ha perso tutte le sue difese ci rendiamo conto del macigno che ci ha travolti, ma in realtà esso ha proceduto a piccoli passi, avvisando a voce bassa del pericolo, spesso nella totale indifferenza e sottovalutazione.
La chiave contro la malattia è la consapevolezza
Ogni volta che viviamo un’esperienza carica emotivamente, che va dal concepimento fino alla maturità̀ ormonale preadolescenziale, si aggiunge un tassello alla libreria di memorie a lungo termine archiviata nell’inconscio.
Per mantenere la salute e il benessere è però fondamentale poter scovare e rivire nella loro intensità̀ emotiva originaria tutte quelle situazioni traumatiche passte, così da consapevolizzarle, disinnescarne il potenziale traumatico ed evitare che quelle memorie si ripresentino nelle solite dinamiche errate, scongiurare la creazione di disturbi fisici o psichici e/o limitare la cronicizzazione del danno che eventualmente sia già̀ stato prodotto.
La chiave è quindi la consapevolezza. Se attraverso la corteccia cerebrale vengono attivati i lobi frontali sarà possibile riconoscere lo stimolo emozionale e accogliere l’evento come utile modellatore della realtà. Se invece l’assenza di consapevolezza lascia silenti i lobi frontali, la risposta perverrà in modo automatico, attraverso gli schemi predefiniti e ripetitivi del subconscio in base all’allarme.
Ci ammaliamo perchè abbiamo paura di cambiare
Spesso la paura di cambiare, anche nelle piccole cose, induce a perseverare nel mantenere lo stesso comportamento errato, con convinzionee senza porsi domande. Attivare i lobi frontali richiede uno sforzo energetico, che consiste nel focalizzare il problema e per questo non avviene quasi mai, a favore di un comodo e meno impegnativo “ma si, tanto… va bene così” .
Se non c’è quindi la determinazione della scelta, se si scappa dal problema e l’energia potenziale che il corpo mette a disposizione non viene impiegata nell’immediato per agire, ma per deprimere l’azione, questa energia che non fluisce verrà accumulata in qualche tessuto, per esempio in un muscolo, provocando dolore o fastidi in altri distretti corporei.
Naturalmente, ricordiamo che sia gli uomini che le donne hanno quote di energia maschile e femminile.
Ecco, quindi, che le memorie con contenuto emotivo verranno elaborate prima dal cervello destro e poi passeranno al sinistro, mentre le informazioni logiche e razionali verranno elaborate in prima istanza dall’emisfero sinistro per poi passare al destro e finalmente arrivare allo stato di coscienza.
Solo l’allineamento tra gli emisferi cerebrali facilita il raggiungimento e il mantenimento dello stato naturale di benessere, un obbiettivo molto difficile da perseguire in una società come la nostra, che è sempre più sbilanciata verso l’energia maschile, in cui il corpo calloso dei cervelli è assottigliato come non mai e dove la logica del controllo prevarica i ritmi biologici, minando in larga misura la consapevolezza del nostro potere innato di creare la realtà.
È giunta l’ora del risveglio
Se sei arrivato fino a qui non puoi perderti l’approfondimento della dott.ssa Rita Belforti su questo tema…corri a leggere il n. 129 de L’Altra Medicina, in edicola e online. Ti aspettiamo!