La celiachia è una malattia autoimmune sempre più diffusa, che è trattata eliminando dalla dieta i prodotti contenenti glutine.
CHE COS’È IL GLUTINE?
Il glutine è una proteina presente in quasi tutti i cereali come grano, farro, orzo, avena, kamut, segale e di conseguenza in tutti i derivati
alimentari quali il pane, la pasta, i prodotti da forno, ecc. L’effetto che determina sugli alimenti che lo contengono è collegato alla resa finale dei prodotti finiti: il glutine, infatti, dona elasticità, una buona consistenza e aiuta la lievitazione dei prodotti da forno e del pane. Il glutine, quindi, quasi sempre associato alla celiachia, è una proteina complessa, principale componente del frumento, che ha subito modificazioni assieme al processo evolutivo che ha contraddistinto l’uomo.
Il frumento di oggi è diverso rispetto a quello del passato: a livello fenotipico, infatti, le spighe di oggi sono più basse rispetto a quelle del passato; inoltre
gli studi ci parlano anche di un cambiamento dal punto di vista genetico, che riguarda la gliadina, una proteina che costituisce il glutine stesso, che presenta sia più frammenti immunogenici – quelli che scatenano un attacco da parte del sistema immunitario – sia più frammenti liberanti la zonulina, che allarga le maglie a livello intestinale, aumentando la permeabilità. Inoltre il grano moderno, soprattutto all’estero, è trattato con composti tossici (pesticidi) per la salute del nostro organismo, come il glifosato, che è la causa, anche
in basse quantità, forti squilibri ormonali.
Quali possono essere le cause della celiachia?
Le cause possono essere diverse, ma importantissima è la predisposizione genetica, poiché gli individui geneticamente suscettibili esprimono le molecole DQ2 o DQ8 dell’antigene leucocitario umano (HLA). Ad attivare la risposta immunitaria e infiammatoria è proprio l’ingestione del glutine, una proteina costituita dalla gliadina e dalla glutenina: si pensa, infatti, che sia proprio la gliadina la sostanza responsabile dell’abnorme risposta del sistema immunitario, che attacca le cellule dell’intestino tenue, generando l’atrofia dei villi intestinali.
Per diagnosticare la patologia, oltre a valutare la predisposizione genetica, si dosano gli anticorpi anti- gliadina, anti-endomisio e anti-transglutamminasi; se questi sono presenti, allora si procede alla conferma della diagnosi tramite biopsia intestinale.
CAUSA VIRALE DELLA CELIACHIA
Uno studio dimostra che un particolare virus potrebbe predisporre l’individuo a questa patologia.
Riflettiamo bene, quando un virus infetta il nostro sistema immunitario ci protegge, per cui un virus o una famiglia di virus in particolare sarebbero anche
in grado di attivare una risposta anomala del sistema immunitario, sviluppando la patologia soprattutto se l’infezione si manifesta in tenera età, momento in cui le nostre difese immunitarie stanno ancora maturando, contemporaneamente all’assunzione di alimenti contenenti glutine.
In particolar modo sono chiamati in causa i virus della famiglia Reoviridae, virus segmentali a doppio filamento di RNA (dsRNA) che infettano gli esseri umani frequentemente nel corso della loro vita. Lo studio ha dimostrato come i pazienti affetti da celiachia avessero livelli maggiori di anticorpi contro i reovirus e di un fattore di trascrizione in particolare, l’IRF1 (Interferon Regulatory Factor 1), conosciuto per essere coinvolto nella perdita di tolleranza al glutine. Per cui pur debellando l’infezione, questi tipi di virus potrebbero aprire la strada a una patologia autoimmune come la celiachia. A esacerbare la risposta, inoltre, è l’assunzione contemporanea all’infezione di alimenti contenenti glutine od ovoalbumina, che causano una risposta maggiormente marcata del sistema immunitario. Quindi, ricapitolando, affinché possa instaurarsi la patologia dobbiamo dapprima verificare la presenza della predisposizione genetica, poi valutare le infezioni da virus. Infine, oltre agli altri fattori ambientali,
risulta necessario non consumare ogni giorno alimenti contenenti glutine.
Trovi l’articolo completo del dott. Francesco Garritano sul numero 106 de L’altra medicina.