L’oil pulling consiste nel risciacquo prolungato della bocca con olio ed è stato ampiamente utilizzato per molti anni come rimedio popolare secondo la tradizione indiana per rafforzare i denti, per prevenire la carie dentale, l’alitosi, il sanguinamento delle gengive, la secchezza della bocca e le labbra screpolate.
L’oil pulling è una pratica antica, economica e naturale che ha effetti benefici su varie patologie della bocca, priva di effetti collaterali.
Nella letteratura ayurvedica è indicato come Gandoosha, Kavala e Kavala Graha.
Si dice che tratti circa 30 disturbi sistemici che vanno dal diabete all’emicrania e all’asma.
La terapia può essere eseguita facilmente a casa utilizzando qualsiasi olio spremuto a freddo come olio di cocco, girasole, sesamo o anche extravergine di oliva, quindi si rivela come una pratica molto economica.
Dall’ultimo decennio sono disponibili molti studi sull’oil pulling per il mantenimento della salute orale.
Come funziona l’oil pulling?
Sebbene ci siano numerose teorie, l’esatto meccanismo d’azione non è chiaro. Una teoria ipotizza un meccanismo che coinvolge l’idrolisi alcalina del olio, con conseguente saponificazione o processo di “produzione di sapone” ad opera degli alcali della saliva. I saponi risultanti sono agenti detergenti efficaci, che si fondono nell’olio, che a sua volta aumenta l’azione detergente.
Durata del risciacquo: uno studio in vitro di Asokan et al. ha rivelato che al microscopio, in un campione estratto di olio dopo 5 minuti di sciacquo, l’olio è rimasto in forma di globuli relativamente grandi. Sono stati osservati pochissimi batteri Gram positivi e particelle fibrose estranee. Con il passare del tempo, dopo 10 fino a 15 minuti di sciacquo, le goccioline di olio sono diventate più piccole, rivelando più colonie di batteri Gram-positivi e poche cellule epiteliali. Il minore volume delle particelle di olio era indicativo del processo di emulsionamento in corso a seguito del risciacquo dell’olio in bocca.
Dunque l’azione più efficace si ottiene con un risciacquo prolungato oltre i cinque minuti.
Un’altra teoria suggerisce che l’inibizione della formazione della placca sia dovuta alla natura viscosa e al processo di emulsionamento dell’olio, che interferisce con l’adesione microbica, la coaggregazione dei batteri e promuove la rimozione delle cellule squamose usurate superficiali.
Inoltre una terza teoria ipotizza che gli antiossidanti intrinseci presenti nell’olio esercitino un effetto antimicrobico diretto.
Occorre comunque tenere presente che l’oil pulling non deve essere considerata come una monoterapia ma solamente come una terapia di supporto che si associa pratiche corrette (igiene orale, eliminazione del fumo, controllo della alimentazione, e della infiammazione, regolarità delle visite specialistiche, ecc.).
Trovi l’articolo completo del dott. Massimo Rossi sul numero 123 de L’altra medicina.