La soluzione che i nutrizionisti stanno usando, ora, per far fronte all’epidemia di diabesità̀ (il mix tra obesità̀ e diabete, ormai inseparabili) è l’applicazione di una dieta chetogenica, ovvero del tutto priva di carboidrati, se non dalla verdura.
È una dieta drastica, spesso duramente ipocalorica, che costringe fegato e reni ad un superlavoro interno di trasformazione degli aminoacidi in zuccheri, visto che per vivere abbiamo necessità di una quota di carboidrati.
Una dieta, dunque, che un medico attento alla salute dei propri pazienti non può dare.
Ma che ha un indubbio vantaggio: toglie di botto al paziente tutto quei prodotti artefatti, industriali e raffinati di cui è piena, ahimè́, la cucina di tante, troppe persone.
Una dieta sana deve prevedere tutte le componenti a noi necessarie per vivere: carboidrati, grassi, proteine, fibra, vitamine, minerali. Non si può̀ scherzare col fuoco.
E tuttavia il beneficio immediato che le persone hanno togliendo di colpo ogni carboidrato, mostra loro che una via per stare meglio esiste. E può̀ essere percorsa, se ben seguiti, in modo ragionevole.
Per esempio, inserendo come carboidrati quantità̀ ragionevoli (non quelle a cui molti sono abituati del “piattone” di pasta, col pane per il sugo, le patate di contorno e il dolcetto finale), e senza compromessi sulla qualità̀. Imparando a scegliere alimenti grezzi (semi) e controllando bene per pane, pasta, farine, che siano davvero integrali, biologiche (meglio ancora se macinate a pietra) e con fibra almeno di un 8-10%.
In tal modo l’impatto sulla glicemia sarà̀ ridotto, oltre che bilanciato da proteine e grassi, e i danni da iperglicemia spariranno. Basta poco e si ottiene tanto. Leggete con attenzione il nostro speciale e scoprirete un mondo.
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