Una cretinata partorita dalle ricche società di consulenza, per convincere i medici giustamente dubbiosi sull’efficacia di farmaci ancora sperimentali e dall’efficacia immunizzante vicina allo zero (nonostante le balle del marketing che – lo ricordate? – parlavano di 95% di protezione dal contagio!), è quella che dice che “un medico che creda nella Scienza non può non vaccinarsi”.
Chi ha partorito questa frase evidentemente non ha formazione scientifica. Perché la scienza è, per dirla con Popper e Kuhn, prima di tutto: dubbio, critica, confronto. Si crede a un dogma, a una religione, a una fede. Non si crede “nella scienza”. Se ci credessimo davvero metteremmo in dubbio tutto. E più di tutto dubiteremmo di ciò che è gravato da conflitti di interessi miliardari, che sono sotto gli occhi di tutti.
Il risultato di questa raffica di assurde sospensioni, oltre ad aver allontanato dalla professione decine di migliaia di medici capaci ed esperti (quelli che, a differenza dei dottorini, non si fanno incantare dai convegni alle Canarie organizzati dalle aziende), ha di fatto ridotto la classe medica ad una categoria di yes-men ubbidienti ai diktat dell’industria. Tanti ma tanti pazienti (non avete idea quanti) mi scrivono disperati chiedendomi dove possano trovare un medico diverso da quelli della “Tachipirina e vigile attesa” tanto cari al nostro ministro della salute, perché il medico che li seguiva bene da anni ora è sospeso. Capiterà prima o poi che qualcuno che ha creato questo disastro abbia davvero bisogno, per sé o per i suoi cari, di un medico vero. Di quelli che fanno funzionare la testa e non si accontentano di linee guida o di risposte preconfezionate. Ma questi medici non ci saranno più, e la cura sarà quella indicata dalla Pfizer o dalla Glaxo. Auguri.
Tratto dall’editoriale del dott. Luca Speciani sul numero 112 de L’altra medicina.