La sarcopenia è una sindrome caratterizzata da una progressiva e generalizzata perdita di massa muscolo-scheletrica a livello quantitativo e a livello qualitativo della forza; i primi sintomi di sarcopenia sono infatti debolezza e affaticamento muscolare.
Molti regimi alimentari dimenticano di controllare il mantenimento e (dove serve) la crescita di massa muscolare. Diete incongrue possono generare sarcopenia, cioè carenza di massa muscolare, con ripercussioni negative sulla salute dell’organismo. Una dieta bilanciata non può mai dimenticare un apporto proteico adeguato e di qualità.
Il termine “sarcopenia” deriva dal greco antico “sarx” che significa “carne” o “muscolo” e “penia”, ossia “povertà”, letteralmente “povertà di muscolo”.
Nelle persone anziane ci sono diverse situazioni che predispongono alla sarcopenia: riduzione dei livelli degli ormoni sessuali, riduzione dei livelli dell’ormone della crescita, aumentata produzione di citochine pro-infiammatorie, rilascio di sostanze come la miostatina* che favoriscono il catabolismo piuttosto che l’anabolismo,
malnutrizioni dovute a monotonia nei pasti e ridotta introduzione di proteine (1-4).
La persona sarcopenica non riesce ad aprire una bottiglietta di acqua, a portare le borse della spesa o a trascinare una valigia, fa fatica a salire le scale, manifesta una andatura rallentata e difficoltà a percorrere brevi tragitti, scarso equilibrio, tendenza alle cadute e in generale difficoltà a svolgere le più banali attività quotidiane.
Diversi studi prevedono per la diagnosi di sarcopenia il rispetto di tre parametri:
• la misurazione quantitativa della massa muscolare
• la qualità del muscolo con la misura della forza
• il test sulla velocità nella camminata, resistenza nella marcia o capacità di alzarsi dalla sedia.
Dal punto di vista nutrizionale è chiaro a tutti che le proteine, ed in particolare le proteine ad alto valore biologico, sono importanti per il loro stimolo sulla sintesi dei muscoli scheletrici.
Trovi l’articolo completo della dott.ssa Michela Zamignan sul numero 124 de L’altra medicina.