Nel nostro paesello, dove non muore mai nessuno e le vispe novantenni vanno in giro per la valle a comprare il burro e i formaggi d’autore, c’è un rapporto abbastanza bipartito con le meravigliose risorse della tecnologia contemporanea.
La televisione e il telefonino ce l’hanno tutti, il telefono fisso lo usano solo i negozianti, per rispettare gli orari ufficiali. Però la tv la guardano solo le persone un po’ vecchiette – anche perchè le tv locali forniscono ampie notizie del territorio e simpatici pettegolezzi – che inoltre usano i telefonini solo per telefonare, e tendono a essere molto sgradevoli con chi li usa per altri scopi. Con la gente si parla! è il loro motto, e il massimo che tollerano è la segreteria telefonica. La galleria delle foto? Non sia mai, meglio le foto in bianco/nero della loro gioventù. Messaggi scritti o vocali, filmati, reel? Anatema. In genere rimangono lettera morta, tu credi di aver comunicato cose magari importanti alle persone interessate e invece niente. È un altro mondo, con modalità sue. O ti adatti, o peggio per te.
Naturalmente i gggiovani – diciamo dai sessant’anni in giù – non hanno di queste timidezze, e impazzano tranquillamente con foto messaggi whatsapp in tutte le possibili varianti. Sarà meglio dire chiaro che è l’internet a fare la differenza, da queste parti: io sono molto felice di abitare qui, nella mia mezza montagna, ma credo proprio che non ci starei bene se non potessi collegarmi regolarmente col Resto Del Mondo. Le parabole punteggiano fittamente i tetti di tegole, Eolo funziona praticamente sempre (salvo qualche ora di interruzione quando, quod Deus avertat, c’è una calamità naturale) e da qualche anno, cioè dai tempi pre-Covid, stiamo fiduciosamente aspettando l’attivazione della fibra ottica, che purtroppo oggi attende avvolta in cima a un palo della piazza grande. Ma qui i tempi sono più tranquilli che in città. Noi che coltiviamo i campi (e ‘noi’ lo dico con fierezza) impariamo fin da neonati che la fioritura dei meli e la maturazione dell’uva bisogna aspettarli, al loro momento.
Così da queste parti si lavora tranquillamente anche in smart working, e gli intellettuali gli studiosi e gli amministratori comunali (non che ce ne siano tanti, ma qualcuno c’è) possono muoversi online senza un problema al mondo. Virtuosi digitali e giovincelli in amore usano la rete senza tabù (sospetto anzi che di tabù non ne abbiano proprio, in nessun campo) e forse è per questo la popolazione anziana tende a mettere nello stesso sacco le pazzie giovanili e i telefonini, veicolo di trame diaboliche. Le trame diaboliche le tessevano anche loro, certo. Ma non con quelle modalità. Quel nuovo medium non lo conoscono, non vogliono imparalo, vade retro, e non se ne parli più.
Trovi l’articolo completo di Elena Speciani sul numero 126 de L’altra medicina.