L’aereazione dei locali, in particolare proprio scuole ed ospedali, fa parte delle raccomandazioni ISS per il Covid ed è considerata ancora più importante che non igienizzare tutto, cosa che invece continuano regolarmente a fare con scrupolo.
Nella maggior parte delle stanze in cui sono stato ricoverato le finestre erano chiuse sigillate senza maniglie, non sempre esisteva un impianto di ventilazione forzata adeguato a questa situazione, e tutte le volte che ho chiesto di aprire la finestra anche solo per 5 minuti sono state poste delle obiezioni.
Il diritto all’aria è così fondamentale che probabilmente non è neanche normato da una legge e non mi viene in mente niente da dire sulla sua importanza.
Le scuse addotte a fronte di questo rifiuto riguardano quasi sempre l’obbligo di tenerle chiuse per la prevenzione dei suicidi, obbligo che non compare nella circolare del ministero sulla prevenzione dei suicidi, dove compaiono invece tutta un’altra serie di misure completamente disattese. Del resto se ci fosse l’obbligo di tenerle chiuse e di tenere le maniglie in un posto sicuro, le scuse addotte denuncerebbero la totale inosservanza di questa misura in quanto spesso sono del tipo “non sappiamo dov’è la maniglia” oppure “una volta ce n’erano di più ma sono sparite”.
Tra le misure disattese soprattutto la valutazione del reale “rischio suidicio” di ogni paziente o misure che impediscano alla persona a rischio di accedere a mezzi per togliersi la vita ad esempio, oggetti taglienti (due miei vicini di letto avevano un cutter nel beauty case), cinture, corde, farmaci.
Se voleste suicidarvi in ospedale cosa fareste? (Non è un trick!) Penso che la cosa più semplice sarebbe non prendere per un certo numero di giorni le pastiglie che vi danno, nasconderle, e poi prenderle tutte insieme. Regola numero 1 per la prevenzione suicidi? Controllare che il paziente le prenda come fa il prete con l’ostia! Non lo fanno, le lasciano sul comodino. Ma la finestra rimane chiusa.
Nel reparto di Malattie infettive la scusa più di moda era invece che non si possono aprire per… le zanzare! A precisa richiesta però non mi hanno saputo dire se il rischio era che una zanzara pungesse noi malati e poi diffondesse l’infezione a tutta la città o se le zanzare che ci sono nella nostra città potessero trasmettere a noi qualche malattia pericolosa. E nel secondo terrificante scenario nessuno mi ha saputo indicare come avrei potuto difendermi una volta dimesso! Alla proposta di mettere una zanzariera mi è stato risposto che poi si riempie di polvere.
Sempre in quel reparto una volta è entrata una infermiera con la maniglia in mano. Le ho chiesto se fosse venuta ad aprirci le finestre e mi ha risposto che l’aveva presa (quindi sapeva dov’era!) per chiudere le finestre, in un altra stanza, che i medici (“questi non capiscono niente, te lo dico io”) avevano aperto perché faceva troppo caldo e conclude con: “Di la c’è un paziente con la TBC, vuoi prendere la TBC anche tu?”. Corro a consultare la pagina dell’ISS sulla trasmissione della tubercolosi e leggo: “La Tb si trasmette per via aerea […] La trasmissione del bacillo non è facilissima. Devono ricorrere alcune condizioni essenziali: […] il ricambio d’aria ambientale deve essere scarso o assente.”
Tips: piccoli suggerimenti per chi gestisce un reparto.
● Lasciare una maniglia sempre in dotazione del medico che fa il giro, sul carrello degli infermieri, sul carrello del cambio letto, ogni volta che il personale entra in una stanza la prima cosa da fare è aprire la finestra, e l’ultima da fare prima di andarsene è chiudere la finestra.
● Ogni volta che si preleva il paziente per portarlo a fare degli esami o delle consulenze approfittarne per lasciare le finestre della camera spalancate e cambiare completamente l’aria.
Triks: piccoli trucchi per chi è ricoverato
● Insistere, insistere, insistere: chiederlo incessantemente a tutti quelli che entrano nella stanza!
● Chiedere la motivazione
● Chiedere se sanno dov’è la maniglia
● Suggerire qualche tips di quelle sopra
● Se insistono con la motivazione del suicidio chiedere che venga prescritta la valutazione del rischio suicidio da parte dello psicologo per sé e per i compagni di stanza
● Minacciare il suicidio per mancanza d’aria!
Trovi l’articolo del dott Marco Pignatti sul numero 117 de L’altra medicina.