Carissimi amici, vi segnaliamo un incontro molto interessante che si svolgerà oggi a Milano presso l’Istituto dei Tumori, in via Venezian 1. Dalle 18 alle 20, Franco Berrino incontrerà genitori, nonni e insegnanti, spiegando loro per quali motivi bisogna monitorare attentamente il ruolo dell’industria alimentare quando entra nelle istituzioni scolastiche. Ecco una breve sintesi dell’intervento di Franco Berrino:
“L’industria alimentare si è accordata con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) per gestire l’educazione alimentare nelle scuole. Anche l’EXPO 2015 prevede interventi dell’industria per l’educazione alimentare.
Perché le nostre istituzioni delegano all’industria un tema così delicato?
L’interesse del governo, in questo tempo di crisi, è di risparmiare e di promuovere la crescita.
L’interesse dell’industria è di aumentare il fatturato. Quindi affare fatto. Il mercato regolerà tutto.
Naturalmente c’è il problema del contenuto dei messaggi educativi.
Il ministero dovrà pur adeguarsi alle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che prevedono di ridurre il consumo di zuccheri, di grassi trans, di cibi ad alta densità calorica, cioè tutto quello che propone l’industria nella sua pubblicità ai bambini.
Ma allora dove sta l’interesse industriale?
La risposta è semplice: nessun problema a dire ai nostri bambini di non esagerare con le merendine, patatine, bevande zuccherate, che in grande quantità fanno male: meglio che nessuno consumi esageratamente purché tutti ne consumino.
Chi si occupa di sanità pubblica, però, sa benissimo che se si alza il consumo medio si alza anche il consumo estremo. Ciò vale in tutti i campi. Dove c’è un consumo medio elevato di alcol c’è anche una prevalenza più alta di alcolismo. Dove c’è una media elevata di persone che partecipano alle lotterie legali ci sono più giocatori compulsivi. Dove le scuole funzionano bene e c’è un rendimento medio elevato ci sono più studenti con performance eccezionale.
Consentiamo all’industria alimentare di finanziare programmi di educazione, ma non di progettarli e attuarli.
Non consentiamo all’industria alimentare di entrare nelle scuole!”
Per la partecipazione, si suggerisce una donazione facoltativa di 5 euro.
I fondi raccolti durante la serata dalle volontarie dell’Associazione Salute Donna sono a sostegno dei Progetti Diana.