Ascoltare buona musica fa bene al cuore e al cervello. Non è certo una novità: già agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso, un’équipe di neurologi aveva dimostrato come fossero sufficienti pochi minuti al giorno di Mozart per stimolare la nostra materia grigia. E ovviamente non è solo la musica classica a determinare effetti benefici sull’organismo. Ognuno di noi sa bene come non ci sia niente di meglio che ascoltare i brani che più emozionano per ritrovare subito il sorriso.
Ma c’è ben altro, e le conferme arrivano da studi autorevoli: la musicoterapia è in grado di ridurre ansietà, disturbi del sonno e sindromi depressive. I risultati dell’ultima ricerca, in ordine di tempo, a essere condotta impiegando brani musicali sono stati pubblicati sul Journal of American Medical Association. Il trial, multicentrico e randomizzato, ha coinvolto 373 pazienti con insufficienza respiratoria e sottoposti a ventilazione meccanica. Di questi, 126, grazie alla guida di un musicoterapeuta, hanno potuto selezionare la loro musica preferita e ascoltarla quando ne avessero voglia. Ebbene, cinque giorni dopo, rispetto ai pazienti sottoposti ai consueti trattamenti, i soggetti “curati” con la musica hanno visto ridotta del 36 per cento l’ansia correlata alla patologia e hanno quasi dimezzato la terapia farmacologica sedativa.
E’ evidente che la breve durata del trial richieda ulteriori approfondimenti. Resta il fatto inequivocabile che la musica ha un potere terapeutico assodato, in grado di impattare positivamente anche in soggetti con patologie serie e che condizionano la qualità della vita.