Felipe Casanueva, professore di medicina dell’Università di Santiago de Compostela, apre il convegno SaluTO (OGR, Torino, 20-21 settembre) parlando di obesità come pandemia. Il professore ha evidenziato quanto emerso dagli studi scientifici da lui condotti sul tema e in particolare lo Studio sulla qualità della vita, lo studio ProKal e CetoPnK, in cui vengono testati l’efficacia e la sicurezza di un protocollo di perdita di peso basato su una dieta chetogenica a basso contenuto di grassi e sotto controllo medico.
Anche in Italia l’obesità rappresenta un grande problema: secondo gli ultimi dati Istat, interessa il 45.9% degli adulti dai 18 anni su.
L’obesità è associata a una maggiore mortalità, disabilità e peggioramento della qualità della vita, nonché all’aumento della spesa sanitaria, essendo un fattore di rischio per le malattie, come il diabete mellito di tipo 2, le malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro.
Come contrastarla?
Dal momento che l’obesità provoca gravi problemi di salute che possono accorciare la vita, è necessario in individuare un trattamento adeguato per contrastarla. Infatti, ridurre il grasso viscerale presente nell’addome è estremante importante dal momento che per la sua posizione è metabolicamente attivo e molto dannoso per la salute, poiché altera il colesterolo, i trigliceridi e aumenta la pressione sanguigna. La sua riduzione rappresenta un miglioramento specifico in quest’area, influenzando direttamente la salute generale del paziente, specialmente a livello cardiovascolare.
“Finora, a parte con la dieta chetogenica, pochissimi trattamenti ottengono una perdita con un peso superiore al 5%, per non dire il 10%, per non parlare del mantenimento del peso del paziente a lungo termine” sostiene il professor Felipe Casanueva.
L’esigenza di un trattamento che tenga conto degli effetti sul paziente anche da un punto psico-fisico è quanto emerso dallo Studio sulla qualità della vita, pubblicato sulla rivista scientifica Nutrients. L’articolo evidenzia come la dieta chetogenica consente di ridurre il senso di fame e desiderio di alcolici e di migliorare aspetti come l’attività fisica, la qualità del sonno e le prestazioni sessuali, aumentando il benessere psicologico e la qualità della vita dei pazienti.
È la prima volta che questi parametri vengono studiati in correlazione al trattamento per la perdita di peso. Le cattive abitudini alimentari infatti sono spesso associate a una peggiore qualità della vita, bassa autostima e soddisfazione personale. Lo studio ha dimostrato che durante il periodo di chetosi, che si verifica nelle prime settimane di trattamento, i soggetti hanno avuto miglioramenti significativi in aree come la funzione fisica e l’autostima.
Per maggiori informazioni sullo studio Quality of Life, consultare il sito: www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6213862/