Troppo spesso sottovalutato, il rapporto tra medico e paziente rappresenta un elemento fondamentale per qualsiasi cura e terapia. Sono pochi i dottori che dedicano la giusta attenzione agli incontri con i propri pazienti: una prima visita difficilmente dura più di 15/30 minuti. Eppure si tratta di un passaggio fondamentale, non solo per capire l’anamnesi patologica e alimentare di chi si ha di fronte, ma anche per stabilire una relazione di reciproca fiducia e rispetto.
Seguiamo solo i consigli di chi ci fidiamo
Chi sceglie un professionista di segnale sa che in qualche modo gli sarà richiesto un cambio di stile di vita. Un cambio di abitudini che magari si sono affermate negli anni e che in realtà non si vorrebbero mai cambiare perché danno sicurezza, o perché ci sono state trasmesse da persone che ci amavano, o semplicemente perché cambiare costa sforzo. Come si può pensare di gettare il germe del cambiamento in una persona se non si instaura con essa un momento di scambio, di comunicazione, di fiducia? Una buona parte del tempo della visita deve essere dedicato alla costruzione di un rapporto medico e paziente, una sorta di alleanza e comunanza di obiettivi. Per stabile un’intesa con i pazienti non c’è alcuna tecnica da seguire: bastano sincerità e pazienza.
Un rapporto che guida alla cura
“Il tocco, il rimedio, la parola” è un libro delle sorelle Roberta e Simona Milanese che ben evidenzia come il rapporto medico paziente sia uno strumento di cura. Quando entriamo in relazione con qualcuno che ci sta a cuore, ci sentiamo rassicurati: questa trasmissione istintiva di benessere facilita la nostra guarigione. In medicina di segnale la guarigione passa sempre da una piena presa di coscienza del proprio stato e da un momento di profondo cambiamento; compito del medico è accompagnare il paziente in questo percorso.
Tratto da un articolo del dottor Luca Speciani sul numero 90 de L’Altra Medicina (novembre 2019), acquistabile online.