Buono è buono, con quel nocciolone in mezzo. Poco conosciute sono le sue caratteristiche nutrizionali. Eppure…
Non è un caso che sia presente nei menu dei ristoranti cinesi, la pianta è infatti originaria del Sud-Est asiatico. Il suo vero nome è Litchi chinensis, la ‘ciliegia’ della Cina.
Un interessante polifenolo
Contiene in grandi quantità un polifenolo, l’oligonolo, buon antiossidante ma soprattutto si è visto che inibisce la proliferazione del virus dell’influenza*. Ovviamente, possiamo proteggerci anche con i nostri frutti, in particolare l’arancia, una bella spremuta al giorno.
In più, l’oligonolo appare dotato di interessanti proprietà dimagranti, ipoglicemiche, antinfiammatorie e, nei primi studi, appare dotato di un’azione anti-cancro (da verificare).
Sono già presenti sul mercato supplementazioni a base di oligonolo cui si conferisce un’azione anti-aging. Senza arrivare a questo, possiamo intanto approfittare dei Lychees quando li troviamo (per esempio al posto della banana o del gelato fritti: qualche volta…).
Altre proprietà del frutto (e altre cose).
Come l’arancia e i limoni la polpa è ricchissima di vitamina C, un aiuto concreto al nostro sistema immunitario. Buono l’apporto di pectina, come la mela. Sono presenti anche alcune vitamine del complesso B. E poi minerali, tra cui soprattutto il potassio, come la banana (bene per controllare la pressione alta).
Fateci caso, ai bambini di solito piace molto, il ché è una notizia visto che spesso vengono rimpinzati di patatine e zuccheri, che stravolgono, spesso per sempre, le loro scelte alimentari.
E’ un superfood? Lasciamo stare queste etichette. E’ un buon alimento, questo sicuramente sì. Da noi arrivano maturi soprattutto nei mesi invernali. Esiste anche una produzione europea, ormai. Da noi, soprattutto in Sicilia: questi alberi amano il caldo.
Ma sapete perché vengono serviti a fine pasto? Perché, in Cina, dove da sempre consumano il Lychee, lo considerano un frutto ‘caldo’, che aiuta la digestione. Digerire vuol dire ‘cuocere’ e occorre calore. Questo frutto tropicale ha assorbito tutto il calore del Sole, e lo restituisce. E’ per questo che le nostre nonne dicevano di non fare il bagno in mare subito dopo aver mangiato: l’acqua fredda spegne il fuoco digestivo.
PS: c’è chi trova delizioso affogarlo nel rhum (uno lo conosco…).
*Phytomedicine. 2010 Nov;17(13):1047-56