Il consumo di cioccolato fondente (dark chocolate) si associa a una riduzione del rischio cardiovascolare. Ora arriva qualche informazione in più.
Lo studio è stato effettuato in centri di ricerca americani e francesi. Si voleva vedere che cosa succede nelle arterie in seguito al consumo di cioccolato amaro (meno di 40 grammi al giorno). Nello stesso tempo è stata data una bevanda di cocco non zuccherata.
Per confrontare, ad altre persone è stato detto di prendere la stessa quantità di cioccolato, ma non fondente, e una bevanda vegetale senza cocco e senza zuccheri aggiunti.
Quello che emerge dal confronto è che cacao e cocco ottengono effetti importanti sulle arterie: in particolare, nelle donne, risultano più elastiche, e l’elasticità dei vasi è fondamentale per il buon funzionamento della circolazione del sangue. La rigidità dei vasi è una conseguenza dell’invecchiamento e dell’aterosclerosi. Ictus e infarto miocardico sono dirette conseguenze di questa condizione.
Quello che fa la differenza, secondo i ricercatori, è il contenuto in flavanoli, elevato nel cioccolato fondente, più basso nel cioccolato al latte, che contiene anche più grassi. Si va dai 580 mg di fenoli nel fondente, ai 160 in quello al latte, ai 120 del cioccolato bianco.
Il caso dei Kuna
Le ricerche sul cacao sono ancora in corso. Poco noto è il caso di una popolazione rurale di nativi panamensi, i Kuna. Costituiscono una rara eccezione: sono infatti tra i pochissimi gruppi etnici che risultano protetti dall’ipertensione dovuta al trascorrere degli anni. Ma soprattutto, rispetto ad altre popolazioni americane, contano un numero bassissimo di decessi per cause cardiovascolari.
I Kuna sono grandi consumatori di cacao, che è parte della loro alimentazione quotidiana. A volte lo prendono in preparazioni salate.
Non sembra una coincidenza perché i Kuna che emigrano in città, a Panama City, perdono questa protezione. Si ritiene che questo sia dovuto a una variazione del menù: in città i Kuna cessano di prendere il cacao e si conformano a uno stile alimentare a basso contenuto di flavanoli.
British Journal of Nutrition, febbraio 2014