Coloranti, conservanti, antiossidanti, esaltatori del gusto e altro: può subentrare il problema di un’intolleranza alimentare.
L’industria alimentare usa circa 360 additivi: come ci spiega Matteo Giannattasio, allergologo e professore dell’Università di Padova, in media ne ingeriamo annualmente sui 4 chili, di cui l’80% proviene dagli alimenti industriali (il resto dai farmaci). Alcuni di essi possono causare allergia, eventualità abbastanza rara. Altri si rendono responsabili di intolleranze. Tra questi il colorante tartrazina (E102) e conservanti come i nitriti (più spesso aprono la strada a cefalee, asma e orticaria). Anidride solforosa e solfiti possono peggiorare l’asma.
Leggere sempre l’etichetta: che almeno una persona sappia cosa sta mangiando per fare le sue scelte. La legge prescrive che alcune categorie alimentari dovrebbero esserne prive. Ma in certi casi li contengono per vie indirette. Oppure a volte, per carenza di informazione, noi pensiamo che un determinato prodotto rientri nelle categorie "protette" dagli additivi e invece non lo è. Giannattasio interviene anche su questi temi nel libro che ha presentato ieri*.
Additivi possono trovarsi, in alcuni casi, anche negli alimenti che potremmo ritenere al di sopra di ogni sospetto: quali sono?
E’ meglio sapere che:
– Se non è biologica anche la frutta può avere sulla buccia conservanti e lucidanti. Quindi va pelata e lavata con cura.
– Nel pollame non-bio, che per legge non dovrebbe contenere additivi, ci può essere la cantaxantina (E161g): i polli la accumulano quando questa sostanza è presente nei mangimi. Per lo stesso motivo la cantaxantina si può trovare nel tuorlo delle uova. Additivi, in certi casi, si trovano in alcuni crostacei e molluschi freschi.
– Conservanti, a volte, si trovano anche nella frutta secca con guscio, quando si acquista già sgusciata.
– Il pane comune in commercio contiene solitamente additivi e miglioratori.
– Burro: in quello giallo – spiega ancora Giannattasio – se non è biologico può essere presente il colorante naturale E 160a.
– Yogurt alla frutta o aromatizzati possono avere i loro additivi.
– Pasta secca: meglio sapere che la pasta senza glutine, quella iperproteica e la pasta fresca possono contenerli.
– Il caffè, e i relativi estratti, per legge non dovrebbero avere additivi. Questi, però, si possono trovare nel caffè istantaneo aromatizzato.
– Ci sono tipi di succhi di frutta, cioè i nettari di frutta e le bevande analcoliche a base di frutta, che possono avere la loro quota di additivi.
A volte, gli allergologi come il professor Giannattasio decidono di esporre il loro paziente a una dieta "completamente priva" di additivi. Fanno questo quando, dopo i test, non si riesce a individuare la causa di alcune intolleranze (con sintomi come malessere generalizzato, orticaria, dermatiti, peggioramento dell’asma). Quindi, se sospettano che ci sia un’intolleranza agli additivi, per fare la diagnosi prescrivono una dieta basata sugli alimenti sicuramente privi di additivi e controllano che cosa accade.
Il libro
*Come dicevamo Matteo Giannattasio, medico e agronomo – che lavora anche come allergologo al San Gallicano di Roma – ha appena pubblicato un libro ricco di informazioni, esposte in modo chiaro, su allergie e intolleranze alimentari. Si chiama"Allergie e intolleranze alimentari", nella collana "i quaderni" della rivista online Valore Alimentare, di cui lo stesso specialista è direttore scientifico:
www.valorealimentare.it/
Buona lettura per cercare di dissolvere le nebbie su questi temi. Il libro è in vendita anche qui al prezzo di 9 euro:
http://shop.naturasi.it/i-quaderni-di-valore-alimentare-allergie-e-intolleranze-alimentari.html