Non solo le proteine vegetali possono sostituire benissimo quelle animali, ma funzionano anche per ridurre i livelli di colesterolo.
Lo spiega il professor Cesare Sirtori – direttore del Centro per le dislipidemie dell’ospedale Niguarda di Milano da lui fondato – tra i primi al mondo negli anni Settanta a concentrare la sua attenzione sulle proteine vegetali.
«In generale – osserva – si ritiene che le diete ricche di proteine vegetali siano correlate con una riduzione tra il 20 e il 40% del rischio di malattia cardiovascolare». E tra i vegetali sono i legumi quelli più ricchi di proteine. «L’attenzione dei ricercatori – prosegue Sirtori – si è man mano focalizzata sulla soia, e con ragione. E’ la leguminosa più ricca di proteine».
Sono molte le ricerche condotte in quest’ambito: «L’osservazione più prolungata – dice il professore – è stata quella del Nurses’ Health Study che, in vent’anni di monitoraggio di un campione di popolazione non selezionato (le infermiere appunto), ha potuto correlare il consumo di proteine della soia con la migliore salute cardiovascolare, in termini di riduzione di eventi, fatali e non. Nel frattempo, si era dimostrato che l’associazione virtuosa tra sostituzione delle proteine animali con quelle vegetali, restrizione moderata dell’assunzione di grassi saturi e variazioni dello stile di vita, era in grado di ridurre le LDL fino al 29% in 4 settimane».
Se l’argomento vi interessa scaricate l’intervista integrale sul sito web della Nutrition Foundation of Italy (anche i numeri precedenti si scaricano gratuitamente):
http://www.nutrition-foundation.it
Come dicevamo il professor Sirtori è stato un pioniere degli studi in questo settore. Si possono sostituire le proteine animali: questa proposta, prima che arrivassero ricercatori come Sirtori, era considerata un’eresia, anche pericolosa.
Ma non c’è solo la soia
Tra i legumi facilmente accessibili, anche fagioli, ceci e piselli apportano la loro buona quota di proteine. Ma due piante sono ora al centro dei lavori. «Abbiamo due prodotti su cui si lavora molto: le lenticchie, tipico prodotto italiano, e il lupino», riferisce Cesare Sirtori. «Entrambi concorrerebbero alla buona salute cardiovascolare e metabolica. Gli estratti di lupino bianco, ad alto contenuto di proteine, mostrano un’azione antipertensiva basata probabilmente sull’inibizione dell’ACE (è lo stesso meccanismo dei farmaci ACE-inibitori, ndr). Le lenticchie, da prodotto tipico stagionale, stanno guadagnando popolarità, anche grazie a un Progetto italiano, finanziato anche dall’UE, che ne vuole promuovere il consumo regolare lungo tutto l’anno. Il motivo è semplice: le fibre contenute nelle lenticchie sembrano efficaci nel controllo della glicemia».