Alcuni tipi di musica mostrano una buona capacità di indurre rilassamento e favorire il sonno. Di che musica si tratta? E che cosa dobbiamo ascoltare?
Nel mondo anglosassone la chiamano “musica sedativa”, cui si contrappone la “musica stimolante”.
Per il relax non è la melodia a fare la differenza, ma altre caratteristiche musicali. Innanzitutto il “tempo”, che dovrebbe collocarsi tra i 60 e gli 80 impulsi al minuto (si segue la frequenza regolare del cuore). Il ritmo dovrebbe essere costante, non sincopato (interruzioni improvvise), non rallentare o aumentare di frequenza. Il pattern melodico sarà ripetitivo, o comunque non contenere improvvisi cambi di articolazione. La musica, inoltre, può variare di tono e di intensità a patto che queste variazioni avvengano gentilmente, senza stacchi troppo bruschi e in ogni caso senza percepire eccessi.
Uno studio recente, made in Taiwan, suggerisce al proposito che l’ascolto di questo tipo di musica, prima di addormentarsi, migliora la qualità del sonno. Cioè, aumenta la durata del sonno profondo, quello che risulta più rigenerante, ristoratore, e che ci fa sentire più riposati al mattino.
Alcuni specialisti in musicoterapia compongono musiche ad hoc ritagliate sulle caratteristiche delle singole persone. Sul web, inoltre, si trovano raccolte di brani da ascoltare per “frenare”. Ecco comunque qualche consiglio per la scelta.
Le musiche “sedative” più utilizzate vengono selezionate di solito nel repertorio di alcuni autori di musica classica o del genere New Age. Un’intera sinfonia, anche se ci piace, non va bene perché propone spesso troppe variazioni: meglio optare per singoli movimenti, e in particolare gli Adagio e l’Arioso.
E’ bene anche evitare musiche troppo malinconiche, ma questo dipende dalla sensibilità e dall’emotività personale: se ci emoziona troppo, non ci sta rilassando. In generale, pur essendo una musica “tranquilla”, un brano musicale “sedativo” dovrebbe generare sensazioni positive, ed evocare ricordi o situazioni sereni e piacevoli, come una giornata luminosa tutta per noi in mezzo alla natura. Importante la respirazione: deve essere lenta, regolare e profonda.
Qualche esempio:
L’Adagio della Sonata in Mi bemolle (K282) di Wolfgang Amadeus Mozart
L’Adagio dall’opera Fairy Queen di Henry Purcell
Il concerto in Re minore (Siciliano) di Johann Sebastian Bach
In ambito New Age viene spesso citata Enya (provate “Watermark”) o musicisti come Yanni e George Winston. Spazio comunque alle preferenze personali.
Ultima nota: spesso si cerca eccitazione e trasporto emotivo dalla musica. Molte musiche cui siamo affezionati sono di questo tipo. Ma se alcune vibrazioni possono darci questa risposta “stimolante”, può essere vero anche il contrario: può essere che un motivo musicale sia in grado di toccare le corde giuste per spegnere finalmente il “segnale d’allarme”. Bisogna scoprirlo, farci caso, non è una ricetta precostituita.
La musica è un grande mistero, ne sappiamo ancora pochissimo, ma il potere del suono è presente in tutte le tradizioni, non solo la nostra. Chi vuole può esplorare.
Lo studio citato qui sopra:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23663079