I “Giardini soniferi” sono aree immerse nel verde, appositamente pensate per l’ascolto dei suoni naturali. Paesaggi sonori: “soundscape”.
L’idea è venuta al musicista canadese Raymond Murray Schafer negli anni Sessanta. Nei giardini soniferi troviamo per esempio dei “tubi” rivolti sui torrenti: all’altra estremità l’ascoltatore è chiamato a concentrarsi sul mormorio dell’acqua.
Oppure, il visitatore è invitato a percuotere vari tipi di rocce o di legni per apprezzarne i suoni. O ancora, in alcuni spazi sale in cattedra un direttore d’orchestra molto particolare: il vento. E non manca il Tempio del Silenzio: siamo ancora in grado di sentire il completo silenzio? Di percepire le tracce sonore degli animali?
I suoni, in pratica, vengono coltivati come fossero…fiori.
Schafer è stato anche il promotore del World Soundscape Project. L’obiettivo dei “parchi acustici” è quello di rendere consapevole il visitatore dell’aspetto sonoro dei luoghi, una sorta di pratica mindfulness. A pensarci è vero: quando percorriamo un sentiero in montagna o camminiamo sulla spiaggia ci rendiamo subito conto del paesaggio visivo, ma non siamo abituati a cogliere e apprezzare la forma musicale del luogo. Allo stesso modo, non vediamo un’altra forma di inquinamento, quello sonoro.
Ogni luogo naturale, sostiene Schafer, è caratterizzato dalla sua sonorità. I suoni sono parte dell’ecologia dell’intero sistema e sono indicatori dello stato di “salute” del luogo. Noi esseri umani, generando i nostri suoni, siamo parte integrante: lo scopo è di entrare in equilibrio, partecipare alla sinfonia della Natura. Senza rinunciare ai nostri suoni (non si richiede di restare in religioso silenzio), ma nemmeno imponendo i nostri rumori artificiali. La parola chiave è “rispetto” o anche “armonia”.
«All’interno di un paesaggio sonoro (soundscape) – dice Schafer – noi sperimentiamo il desiderio di ascoltare ma anche di produrre suoni. Sotto queste condizioni possiamo trovare il giusto equilibrio fra l’ascolto e l’emissione di suoni: questo equilibrio ci dona vitalità interiore».
Soundscapers
Ispirati dal pionieristico lavoro di Schafer è sorto in tutto il mondo il movimento dei “soundscapers”, musicisti e performers dediti alla progettazione di eventi musicali e installazioni audiovisive. Le impronte sonore degli ambienti vengono catturate e ripresentate in composizioni elettroacustiche. Un’attività artistica che sconfina nella “costruzione” di paesaggi sonori (“Sound design”).
Nello stesso tempo, l’arte del “paesaggio sonoro”, è volta anche alla preservazione del patrimonio ambientale attraverso la creazione di veri e propri archivi sonori, legati a specifici luoghi.
I soundscapers italiani si radunano attorno ad alcuni siti web, come questo:
http://www.archivioitalianopaesaggisonori.it