Ebbene sì, si indaga su questo all’università del Wisconsin. Uno studio ha dimostrato che la meditazione mindfulness riduce il rischio di contrarre il raffreddore.
Non solo. Si è anche visto che, quando il raffreddore arriva, è meno intenso, più sopportabile, e passa prima rispetto alle persone che non meditano. Si tratta di meditare per 8 settimane, e la protezione è assicurata per i successivi tre mesi.
L’indagine era stata pubblicata l’anno scorso su una rivista scientifica per i medici di famiglia, non certo per i cultori di medicine alternative, l’Annals of Family Medicine. Perché è interessante? Perché, sulla prevenzione del raffreddore e delle bronchiti legate al freddo da anni si cerca in tutti i modi di trovare un metodo valido di prevenzione con farmaci e vaccini (oltre, a rimanere in casa, da soli, al caldo). Molti soldi sono stati investiti, ma i risultati non sono spendibili.
Ora ci si chiede il motivo per cui la meditazione riesca a ottenere questo beneficio.
Secondo i ricercatori americani è il raggiungimento della consapevolezza (mindfulness) a proteggere contro il virus del raffreddore (i rinovirus). Infatti, hanno visto che quanto più si raggiunge questo stato, tanto più una persona è al riparo. Questo si può affermare perché, da alcuni anni, è stata sviluppata una scala psicologica per misurare lo stato di consapevolezza e attenzione, la Mindful Attention Awareness Scale. Quindi si può vedere che maggiore mindfulness corrisponde a una maggiore protezione.
In altre parole, la meditazione mindfulness rafforza il nostro sistema di difesa, il sistema immunitario. E ciò che può essere vero per un banale raffreddore, può esserlo altrettanto per tante altre malattie.
La ricerca è in corso. Si tratta per ora di risultati "preliminari" che, se confermati, potrebbero aprire scenari inediti, anche a livello delle applicazioni cliniche.
Studi citati:
Ann Fam Med. 2012 July; 10(4): 337–346
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3392293/
Evid Based Complement Alternat Med. 2013; 2013: 952716
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3804433/