In tutto il mondo alla pianta di cicoria (Cichorium intybus) sono attribuiti svariati impieghi di carattere medicinale.
In commercio troviamo soprattutto la variante verde e quella rossa (cioè la varietà sylvestre). Consideriamo che la parte più ricca di principi attivi è la radice, seguita dai semi, ma anche le foglie che troviamo sul banco ortofrutta contengono la loro quota di sostanze benefiche per l’organismo. Tipica erba commestibile primaverile.
1 –Anti-diabetica
Si pensi che dalle radici della cicoria si estrae industrialmente l’inulina, uno zucchero adatto all’alimentazione dei diabetici. Ma c’è dell’altro. L’intera pianta e le foglie, anche nell’uso popolare italiano, erano considerate utili contro il diabete. Una sostanza, contenuta nelle foglie, l’acido cicorico (cui si deve il sapore amaro), è considerata ora un potenziale agente anti-diabetico.
2 – Digestiva
Le foglie fresche sono digestive, e regolarizzatrici dell’intestino, potremmo farne anche un succo dopo un pasto pesante. Idem le radici. Dalle foglie si può ricavare anche un decotto: basta bollire l’acqua e lasciare in infusione le foglie per 5-10 minuti. L’effetto del decotto di foglie (o radici) non è solo digestivo: a seconda dei paesi che esaminiamo troviamo diversi impieghi tradizionali: depurativo e antipertensivo in Italia probabilmente anche per l’effetto diuretico, antidiabetico in Pakistan, antiartritico in Italia e India, epatoprotettivo ancora in Italia, in India e nei Balcani.
3 – Epatoprotettiva e detox
Ben documentato è l’effetto epatoprotettivo che contribuisce, insieme all’effetto diuretico, a disintossicare l’organismo durante i periodi di passaggio dall’inverno alla primavera. A questo scopo ottime le insalate di foglie fresche di stagione ma anche il decotto dei fiori o delle foglie. La medicina indiana usa soprattutto i semi e le radici: i primi costituiscono il principale ingrediente di “Jigrine”, indicato per le malattie del fegato (fegato grasso o steatosi).
4 – Anti-ossidante
La cicoria, grazie ai polifenoli presenti nel succo, agisce in contrasto ai radicali liberi. Particolarmente ricca di composti anti-ossidanti è la cicoria rossa.
A parte il ‘caffé’ di cicoria (la cicoria ricorda quel gusto anche per la presenza di acido caffeico), alla pianta sono poi tradizionalmente riconosciuti altri impieghi, per esempio come lassativo, tonico, stimolante l’appetito e cicatrizzante. Vediamo, però, il corrispondente fiore di Bach e le precauzioni.
Il fiore di Bach: Chicory
Il dottor Bach ha proposto, nel suo sistema, il fiore della cicoria (Chicory). Come in omeopatia anche nella floriterapia secondo Bach il fiore descrive un carattere, un tipo umano. Ed è proprio in queste persone che il fiore può rivelarsi più utile.
Così ne parlava Edward Bach nel libro ‘I dodici guaritori e altri rimedi’:
Questo fiore è utile alle persone che «si prendono cura dei bisogni altrui. Tendono a prendersi cura in modo eccessivo di bambini, parenti, amici e devono sempre mettere le cose a posto. Correggono tutto quello che, secondo loro, non funziona e amano farlo. Vogliono avere sempre vicino le persone che amano».
Questa sensibilità, peraltro ricca di positività, può avere i suoi risvolti ossessivi: possessività, eccesso di zelo, necessità di essere sempre al centro dell’attenzione.
Precauzioni
Un uso eccessivo, soprattutto di radici e derivati, può causare bruciori di stomaco, meglio evitare in caso di gastriti e ulcera (questo non riguarda il fiore di Bach).
La cicoria appartiene alla famiglia delle Asteraceae (anche dette Compositae), nota per il potenziale allergizzante. Attenzione al consumo soprattutto per chi soffre di allergia alle Compositae cui fanno parte piante come la Calendula, il Girasole, il Radicchio, la Camomilla e il Carciofo.