Lycopodium, ovvero "piede (o artiglio) di lupo". E’ un classico rimedio omeopatico: la pianta ci consegna un messaggio.
In questa pianta si è visto il carattere del lupo. E’ utilizzata sicuramente fin dal medioevo. Questo vegetale ha subito un "rallentamento": milioni di anni fa era un albero maestoso, adesso forma per lo più piccoli cespugli, molto particolari e facilmente riconoscibili. E’ una pianta piena di risentimenti, e come tutti i caratteri che si sentono sminuiti è pronta a "saltare per aria".
Forse non è un caso se la polvere di Lycopodium sia da molto tempo utilizzata per produrre piccoli fuochi artificiali ed esplosioni. E’ infiammabile, da maneggiare con cura. E’ ipersensibile, si fa dei film mentali non legati alla realtà, ha attacchi incontrollabili di rabbia (malattia dei canidi).
Infatti, si ritiene che il rimedio sia utile soprattutto per gli adolescenti: quando al ragazzo non va bene nulla, e "salta per aria" al primo evento che lo contraddice. E’ solitario, come il lupo, se ne sta sulle sue, ma vorrebbe sempre essere al centro dell’attenzione. Ha paura degli uomini, come il lupo, ma segue il branco a distanza. Per questo facilmente si scoraggia, si sente un corpo estraneo.
I soggetti Lycopodium non sopportano il caldo, che li fa "esplodere", e in generale si sentono costretti, come il lupo solitario che vaga alla ricerca di non si sa cosa.
Il rimedio omeopatico viene usato di solito per i problemi digestivi, di fegato o per la stipsi. Oppure anche per le infezioni urinarie o per i problemi genitali e sessuali. Ma anche per tanti altri problemi: quello che conta davvero è il "carattere" o, come dicono gli omeopati classici, "l’omeotipo". Non solo il sintomo come per la medicina convenzionale. E funziona davvero.
Ma il Lycopodium è anche una chiave per capire qualcosa di più sull’omeopatia.
La cosa veramente interessante dell’omeopatia è che non esiste un confine netto tra mondo vegetale e umano. I grandi teorici dell’omeopatia, a partire dal fondatore Hahnemann, vedevano nelle piante caratteristiche riscontrabili anche negli uomini e nelle donne. Vedevano un temperamento nelle piante, conoscevano la loro storia in modo approfondito. E pensavano che quella storia è la stessa di tanti di noi.
La stessa idea si ritrova, anche se in modo diverso, nell’opera di Edward Bach, l’inventore dei fiori omonimi. Ma anche in altre discipline, come l’aromaterapia sottile. Oppure anche in tradizioni mediche antichissime, come quella indiana e cinese, e anche nella tradizione erboristica occidentale. Ancora, alcuni dei nostri bisnonni badavano a queste coincidenze quando andavano per i campi (all’epoca c’erano poche farmacie). Tutto questo è stato perso ma possiamo ritrovarlo in queste discipline e soprattutto dentro di noi.