E’ un classico dell’omeopatia: Gelsemium. Non è utile solo quando ci aspetta al varco il dentista: in generale si prescrive contro l’ansia da “evento noto”.
Quindi, Gelsemium trova applicazione anche prima di un esame o una prova che ci getta nell’angoscia al solo pensiero: alcune persone cadono nello stesso incubo al pensiero di dover prendere l’aereo. Ma il caso tipico è l’appuntamento dal dentista: solo all’idea di sentire il rumore del trapano cominciamo a sentirci male, tremiamo, sudiamo ed escogitiamo vie di fuga (non si potrà rimandare?). In generale, le persone che, più di altre, possono giovarsi di questo rimedio tendono ad evitare responsabilità, a evitare coinvolgimenti che costerebbero fatica e stress.
Si usa una diluizione 30CH in monodose. Una dose si assume possibilmente una settimana prima dell’intervento odontoiatrico, e un’altra dose subito prima di recarsi dal dentista.
Perché la scelta cade su Gelsemium? Perché in omeopatia il “simile cura il simile”. E quello che vediamo quando una persona è esposta al “veleno” di Gelsemium è simile alla classica reazione incontrollata che travolge alcune persone di fronte a una prova difficile: agitazione, tremori, blocco della respirazione e in seguito paralisi, cioè il “congelamento” che in natura colpisce gli esseri viventi “senza via di scampo”.
Il rimedio Gelsemium si ricava dalla pianta Gelsemium sempervirens (nella foto), originaria dell’America centrale. Anche se la pianta è inserita nella farmacopea tradizionale di quelle regioni, per esempio contro le eruzioni cutanee infettive e non, è bene astenersi da esperimenti perché la pianta contiene un alcaloide tossico, simile alla stricnina. Il problema non si pone con le alte diluizioni previste in omeopatia.
Ormai Gelsemium sempervirens è stato adottato come pianta ornamentale, anche in alcuni nostri giardini.
Altri rimedi omeopatici più spesso utilizzati per vincere la paura sono Aconitum, Ignatia e Chamomilla.