L’ipocondria è un disturbo psicofisico che consiste nella paura ossessiva di essere colpiti da gravi patologie.
Le persone affette da questo disturbo vivono in uno stato di allerta continua, che si attiva ai più svariati sintomi che il corpo manifesta. Per un soggetto ipocondriaco, ad esempio, un prurito cutaneo è sintomo certo di un tumore al pancreas, o al fegato, la gastrite è immediatamente un’ulcera, il respiro “corto” una malattia degenerativa ai polmoni, un neo è sicuramente di natura maligna.
E l’elenco potrebbe essere infinito, tanti sono i motivi di terrore che rendono la vita degli ipocondriaci, per i quali il corpo è unicamente un nemico da cui difendersi, un incubo vero e proprio. Essi vivono infatti in uno stato di allerta continuo, convinti che l’agguato possa arrivare in qualsiasi momento, da qualsiasi direzione.
Nel linguaggio comune l’ipocondriaco viene chiamato spesso ‘malato immaginario’. Ma questa espressione, mutuata dal titolo di una celebre commedia di Molière, in realtà cela una sofferenza molto grave, che esiste davvero: non avere più nessun controllo sul nostro corpo, non riconoscere più ciò che è bene da ciò che è male dentro di noi.
In un contesto clinico di questo tipo, gli esercizi di respirazione profonda del Pranayama sono un valido aiuto per riportare il soggetto ipocondriaco in una condizione di ordine mentale e quindi fisico.
BAHIA ad esempio, il primo esercizio in cui si rimane in apnea per un tempo che varia da persona a persona, induce una quiete totale nella mente e tranquillizza tutti i ritmi vitali (battiti del cuore, respiro, attività metabolica ).
Nella calma, l’ordine viene ripristinato, il corpo diventa così un amico ed un vero e proprio alleato in quanto la respirazione profonda permette di conoscere al meglio se e dove esistono blocchi nel corpo e di conseguenza, se e come è necessario porvi rimedio.
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