Ha tutte le carte in regola per agire in contrasto all’influenza. Vediamo di cosa si tratta e come si usa.
L’Echinacea ha proprietà immunostimolanti: aiuta cioè il nostro organismo a reagire di fronte all’attacco dei virus influenzali: questo è stato provato anche da studi scientifici. Invece di prendere antibiotici (di cui si abusa inutilmente e fanno male) c’è la possibilità di assumere l’estratto secco della pianta: si trova in diversi prodotti sul mercato (anche in capsule). E’ importante assicurarsi che la titolazione sia adeguata: nei trattati di fitoterapia si indica una titolazione del 16% in polisaccaridi e del 4% in echinacoside.
La fitoterapia moderna consiglia di assumere 200-400 mg dell’estratto secco, per 2 o 3 volte al giorno. Si prende durante le prime fasi dell’influenza: allevia i sintomi e riduce la durata della sindrome influenzale ma anche del raffreddore, dell’herpes e delle bronchiti.
Sono anche disponibili estratti fluidi, tintura madre e preparati per tisane. La tintura madre, una volta diluita (10-20%), si usa come cicatrizzante delle ferite della pelle.
La pianta sembra disegnata proprio per agire a 360 gradi sulle infezioni virali. Non è solo un antivirale ma stimola il sistema immunitario a mettere in atto tutte le difese necessarie. Inoltre, ha un effetto anti-batterico e anti-infiammatorio.
Da dove arriva questa pianta?
Oggi viene coltivata anche in Italia. Ma la pianta è originaria del Nord America dove rientra nel contesto della farmacopea tradizionale. Abbiamo ampia documentazione dell’impiego terapeutico di Echinacea da parte dei nativi americani. I Cheyenne per le ferite della bocca, i Dakota per le tonsilliti, i Crow per il raffreddore, eccetera. In questi casi, però, si usava direttamente il succo fresco della pianta. Molto spesso, tra queste popolazioni, si attribuiscono a questa pianta azioni di carattere sovrannaturale, come la capacità di tenere lontani gli spiriti maligni.
E’ bene non prendere sottogamba l’impiego terapeutico di questa pianta: proprio perché efficace merita una supervisione medica. Anche perché sono stati segnalati casi, seppur rari, di allergie. Da evitare se sono presenti malattie autoimmuni, epatopatie e diabete. Anche se non sono stati lanciati allarmi, per prudenza non prendiamola in gravidanza.