Meglio frantumati o interi? Risponde il fitoterapeuta Andrea Lugli*.
«In generale, le sostanze contenute in questi semi conferiscono loro una triplice valenza: la prima è quella lassativa dovuta alle mucillagini, la seconda è quella di integratore di acidi grassi essenziali (molto ricchi di omega-3), la terza, dovuta ai lignani, è quella di supporto durante il climaterio, e nell’uomo della prevenzione di disturbi prostatici.
«Le monografie ufficiali quale ad esempio l’ESCOP (European Scientific Cooperative on Phytotherapy) ammettono sia l’uso dei semi interi che frantumanti o macinati.
«La differenza è la seguente.
– Se si assumono interi (ammollati per qualche minuto o comunque sempre con abbondante acqua), si sfrutta principalmente l’attività lassativa in quanto le mucillagini, anche nei semi interi, fuoriescono dal seme e rigonfiano in acqua.
– Se si assumono frantumati o meglio ancora macinati (ad esempio con un macinacaffè) il nostro sistema digerente è in grado di assorbire meglio le altre due classi di sostanze utili (acidi grassi e lignina) che altrimenti, in effetti, nel seme intero vengono rilasciate con maggior difficoltà.
«In sintesi – conclude Lugli – il massimo del beneficio dai semi di lino si ha mancinandoli al momento (molto importante: l’olio irrancidisce subito). Per il trattamento della sola stipsi invece si possono usare anche interi (sempre ammollati o con molta acqua)».
*Andrea Lugli è membro del College of Practitioner of Phytotherapy. Svolge attività didattica in corsi di formazione ECM, per Medici, Farmacisti ed Erboristi . E’ docente di moduli di fitoterapia in due Master universitari