Un filone di ricerca che sta andando avanti da alcuni anni: come facciamo a sapere se un luogo naturale, come una foresta o un bosco, si trova in difficoltà? Analisi biochimiche, botaniche o anche fare un giro nel bosco con un vero esperto potrà darci molte informazioni. Ultimamente sono molto portate le immagini satellitari. Ma non captano tutto: l’idea è che la foresta, o anche gli spazi incolti, bisogna ascoltarli, sentire i suoni che emettono. La chiamano bioacustica o “forest soundscape” (il paesaggio sonoro): si tratta di analizzare i suoni della foresta, con tutte le specie vegetali o gli animali che la abitano, compresi noi umani. Molti emettono suoni. Se il “concerto” si impoverisce c’è qualcosa che non va, soprattutto sulla biodiversità.
Come sta la biodiversità della foresta (o del bosco vicino a noi)?
Su questa linea registriamo l’apporto dell’Università di Princeton che può avvalersi di notevoli risorse. Il documento lo trovate su Science. Non semplice, bisogna avvalersi di un grande potere computazionale nell’analisi delle registrazione acustiche. Pochi ancora se lo possono permettere. Comunque, alcuni ricercatori si stanno spendendo su questo fronte. E lo fanno per avere un “termometro” sulla biodiversità e sullo stato di salute di questi luoghi. Tutti noi li amiamo, certo, ma bisogna portare prove che possano essere accettate: in primo luogo dagli scienziati, poi dal mondo politico per poter agire con adeguate strategie di conservazione di questi spazi. Anche per evitare selvagge deforestazioni e vandalismi incontrollati, spesso a fini di basso lucro. Quindi, ben venga Princeton.
La bioacustica capta i suoni della foresta
Stiamo vedendo lo sviluppo della bioacustica e dello studio del forest soundscape. Sembrava che tutto si potesse fare con i rilevamenti satellitari. Invece, secondo questi ricercatori, i satelliti sono, sì, utili ma non dicono tutto. Per esempio, dicono poco su altri parametri di degradazione ecologica, come l’abuso della caccia, le conseguenze degli incendi o l’invasione di specie esotiche. I suoni della foresta, opportunamente rilevati, possono dire molto su queste emergenze. Certamente, la cosa migliore sarebbe misurare la biodiversità direttamente sul campo con specialisti esperti. Ma il problema è sempre lo stesso, e lo sentiamo frequentemente: costano troppo.
Il forest soundscape dà l’allarme
Gli strumenti della bioacustica possono rilevare una vasta gamma di suoni, a notevole distanza, come quelli emessi da mammiferi, uccelli, insetti e anfibi. L’impoverimento del forest soundscape potrebbe lanciare i primi segnali d’allarme. Perché se nessuno dà allarme, nessuno può intervenire in tempo per evitare, o almeno limitare, la distruzione e il saccheggio.
Burivalova Zet al. The sound of a tropical forest. Science gennaio 2018; 363; 28-29