Il fiore del vento, un rimedio per l’indigestione

Visto che molti di noi sono reduci da pranzi e cenoni natalizi o di Capodanno, torniamo sul tema parlando di un classico rimedio omeopatico per i problemi conseguenti all’eccesso di cibo.



Pulsatilla. E’ un fiorellino che attrae gli amanti dei fiori, spicca sul prato per il suo portamento. Dimesso, piccolino, ma perfetto e con splendidi colori. Non è un fiore da pianura, ha le sue decise preferenze. Da noi cresce in collina o alle pendici delle montagne. Preferisce l’aria sottile.



La tintura madre di Pulsatilla, una volta diluita, è un classico rimedio omeopatico (ne parla estesamente il fondatore dell’omeopatia Samuel Hahnemann). Viene proposto per molti problemi: cistiti, incontinenze urinarie, sindrome premestruale, emicrania, vene varicose, asma, depressione, insonnia e altro. Ma in omeopatia quello che conta non è tanto il sintomo (il problema fisico), quanto la persona che soffre del disturbo. Si sceglie il rimedio in base alle caratteristiche fisiche e psicologiche del paziente.



Bene, Pulsatilla è anche un rimedio per le indigestioni. Se abbiamo mangiato troppo, o mangiato male, e abbondato nei cibi grassi, e se l’indigestione si accompagna ad abbattimento morale, e a una sensazione di freddo ai piedi e alle mani, Pulsatilla può risolvere. Il cibo in questi casi si blocca nello stomaco, non va né su, né giù. Questa difficoltà può presentarsi anche senza aver mangiato troppo ma solo perché la mente turbata si oppone al corretto svolgimento della digestione.



Quello che conta davvero è lo stato d’animo, caratterizzato dalla mutabilità. Possono beneficiare del rimedio Pulsatilla soprattutto le persone che, in quel momento della loro vita, cambiano rapidamente umore passando dalla tristezza all’euforia. Tutto ci tocca, tutto quello che accade attorno a noi provoca una reazione. Ci sembra di essere esposti, senza difese, al mutare dei venti proprio come questa piantina.



Infatti, si chiama Pulsatilla perché "pulsa" sollecitata dal vento. Gli antichi osservatori della natura avevano notato che la piantina reagisce in un modo particolare al soffiare del vento, non come la altre. Non si piega e non resta rigida. Si muove "pulsando", da qui il nome. E’ troppo reattiva alle circostanze esterne.



Altre cose da dire (tra cui il dosaggio):



Per i problemi digestivi di solito Pulsatilla si prescrive alla diluizione di 7CH, 2 o 3 volte al giorno. In molti casi basta un granulo per uscire da questa imbarazzante situazione: in un paio d’ore gli alimenti che abbiamo ingerito tornano a scorrere.



Ma torniamo al carattere della pianta e di alcune persone. Tutto cambia velocemente, in base a quello che accade attorno a noi. C’è un dolorino molesto e subito dopo scompare. Così come il mal di testa, oppure si nota un’improvvisa difficoltà e dolore nel fare pipì. Che poi passa.



Queste persone, soprattutto donne, amano l’aria fresca. Si sentono costrette in una stanza, vogliono sentire una corrente d’aria, come la pianta, e sono quel tipo di persona che chiedono sempre di aprire una finestra. Prediligono i luoghi aperti. Non sopportano il calore, le cose pesanti (ad esempio i cibi grassi).



Sono volubili, instabili. Non trovano un punto di ancoraggio, le porta il vento. Spesso la carnagione è chiara, e sotto pelle si vedono le vene. In genere, sono considerate persone timide. Ma sono timide perché non sono sicure di quello che provano: sanno che tra poco l’umore cambierà.



Pieno di contraddizioni, ma molto sensibile e capace di slanci, l’omeotipo Pulsatilla tende al pianto facile, è malinconico, ma subito dopo reagisce con un’emozione contraria, espansiva. Persone dolci, alla ricerca di consolazione, ma se riusciamo ad entrare in sintonia, diventano le nostre migliori amiche. Sono fragili, come la corolla di questo fiore, ma hanno molto da dare.



Infine, Pulsatilla è un’anemone, che in greco antico significa "fiore del vento".