Sta arrivando, è ufficiale. Cascasse il mondo, ogni inverno l’influenza si ripresenta, con il suo carico di sintomi fastidiosi e debilitanti. C’è di peggio, ovviamente, ma se riusciamo a evitarla è meglio. Come sempre, l’arma migliore è la prevenzione, che si può attuare seguendo varie strade. Dal punto di vista alimentare, abbiamo già fornito consigli preziosi sul numero precedente di questa rivista. Per quanto riguarda invece un discorso terapeutico, il vaccino rimane una strategia piuttosto efficace, in grado di eliminare o perlomeno ridurre il rischio di ammalarsi.
I virus, e una marea di sottovirus…
La medicina classica ci propone tutti gli anni il vaccino antinfluenzale, che viene realizzato in base ai virus che saranno presumibilmente i più aggressivi.
Per la stagione invernale alle porte sono stati individuati almeno quattro virus principali, sui quali si concentrerà l’azione del farmaco. Tutto risolto con la vaccinazione, quindi? Purtroppo no: come ogni virus, anche quello dell’influenza è diventato più “intelligente”, riuscendo a camuffarsi e a sopravvivere. Il vaccino è molto specifico e l’azione si dirige esclusivamente verso il ceppo virale preso di mira.
Se il virus cambia forma, il vaccino perde di efficacia, andando a colpire un obiettivo che nel frattempo si è modificato. Inoltre, anche quest’anno i “sottovirus” saranno numerosissimi – almeno 200 – e pensare di annientarli tutti è impossibile.
In combinazione per un’azione a tutto campo
Anche la medicina omeopatica scende in campo per la prevenzione delle sindromi influenzali, con risultati davvero interessanti.
Infatti, è proprio verso questa tipologia di infezioni che i rimedi omeopatici esprimono tutto il loro potenziale di efficacia ed efficienza terapeutica. Il tutto con il valore aggiunto dell’assenza di effetti collaterali, di una straordinaria compliance da parte del paziente e di un’ottima sostenibilità in termini di spesa.
Inoltre, il vaccino antinfluenzale “classico” non esclude il vaccino omeopatico, anzi: la combinazione dei due garantisce una copertura completa, non soltanto contro i virus più aggressivi ma anche nei confronti di quelli più leggeri ma altrettanto subdoli.
Come agisce il vaccino omeopatico
Il punto di forza del rimedio omeopatico nei confronti del virus influenzale è quello di essere composto da sostanze immunostimolanti, in grado cioè di indurre una risposta immunitaria cellulo-mediata. In pratica, le cellule del nostro sistema immunitario vengono incentivate ad annientare il virus influenzale senza attaccarlo direttamente, ma privandolo dell’ambiente ideale per la sua replicazione e moltiplicazione. Ed è proprio su questo aspetto che si concretizza l’azione più significativa del vaccino omeopatico: andare oltre la variabilità antigenica dei virus influenzali.
Più possibilità per una stessa azione
Nonostante l’omeopatia unicista consigli la cura dell’influenza con il simillimum – cioè il rimedio specifico per un determinato paziente – in commercio si trovano anche complessi di più farmaci omeopatici che puntano tutto sull’azione molteplice di più componenti in grado di prevenire con successo – se assunti molto prima dell’arrivo dell’influenza – o di curare le sindromi che si presentano al sopraggiungere dell’inverno. Anche un importante lavoro scientifico*, condotto dal dottor Antonello Arrighi, conferma l’efficacia del vaccino omeopatico, nel caso specifico confrontato con un farmaco classico utilizzato per la terapia dell’influenza, il paracetamolo. Vediamone gli aspetti più significativi.
L’omeopatia vince nei bambini
Lo studio ha messo a confronto il vaccino omeopatico Omeogriphi versus paracetamolo nel trattamento della sindrome influenzale. Sono stati arruolati 159 bambini, di età compresa fra 3 e 12 anni. I pazienti sono stati suddivisi nel gruppo A (Omeogriphi) e nel gruppo B (paracetamolo). Alla prima visita, entro 24 ore dall’esordio della sindrome influenzale, è stata valutata la temperatura corporea, l’eventuale esecuzione della vaccinazione antinfluenzale e sono stati annotati i sintomi presentati, suddividendoli in generali, respiratori e intestinali.
Il follow up è stato eseguito valutando il parametro febbre – con controlli dopo 24, 48 e 72 ore – e gli altri sintomi, con visite dopo 4 e 7 giorni.
Dall’analisi dei risultati ottenuti, è emersa la superiorità terapeutica di Omeogriphi rispetto al paracetamolo. La percentuale dei pazienti con risoluzione del sintomo febbre, infatti, è stata percentualmente superiore nel gruppo A. Inoltre, anche i punteggi clinici riportati nelle varie visite di controllo mostrano differenze significative nel gruppo Omeogriphi rispetto al gruppo paracetamolo.
Quando iniziare il trattamento
Sono due le opzioni che regolano l’impiego del vaccino omeopatico: prevenzione e cura. Nel primo caso, la posologia consigliata è di una dose alla settimana per 6-8 settimane. Considerando l’imminenza dell’arrivo dell’influenza, siamo in ritardo: teniamo questa scelta terapeutica per l’anno prossimo. Per la cura della sintomatologia acuta siamo invece in tempo: nelle prime ore dall’insorgenza del virus, è consigliata una dose ogni 6-8 ore, fino alla risoluzione dei sintomi.
* Omeogriphi versus paracetamolo nel trattamento della sindrome influenzale (Medicina biologica 2013, n. 4, Antonello Arrighi)
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