Rilanciamo una traduzione libera di un bel testo apparso su uno dei blog della rivista americana Time. Scrive Jane Brody che tiene il blog ‘Personal Health’: sta parlando del suo piccoletto.
«Non c’è voluto molto – scrive Jane– per capire il potenziale terapeutico di Max, il mio cucciolo. Se un bambino piangeva le sue lacrime cessavano non appena Max si presentava, sempre pronto per essere accarezzato. Così ho deciso di portarlo alla Good Dog Foundation di New York City: se Max poteva sostenere quel corso di 6 settimane, avrebbe avuto un certificato che gli consentiva di ‘visitare’ pazienti negli ospedali, nelle case di riposo, bambini a scuola e varie persone che riconoscono il potenziale terapeutico di questi animali addestrati».
«L’addestramento coinvolge il cane e il suo proprietario, di solito in gruppi di 4 o al massimo 8 coppie. Il cagnetto può essere di ogni razza, solo non aggressivo e che non abbia paura degli estranei. Il buon temperamento è una questione critica: se il cane abbaia incessantemente ed è invasivo difficilmente può essere terapeutico».
La Good Dog Foundation è un’organizzazione senza fini di lucro, l’attività si basa su volontari. Che cosa fa Max adesso? «Aiuta a superare la monotonia del ricovero in ospedale – dice Jane Brody – intrattiene le persone nelle case di riposo ma può anche visitare i bambini a scuola: sono felici quando devono leggere un testo davanti a Max perché a lui non importano gli errori di lettura»: passa oltre….
Poi ci sono altri benefici più di carattere medico. «La presenza di un ‘Therapy dog’ – afferma Valerie Abel, una psicologa in forze al principale ospedale di Brooklyn – fa la differenza. Molti pazienti ci chiedono: quando ritorna? Un cane può decidere di poggiare la testa sul letto e tu vedi proprio che chi giace in quel letto finalmente riesce a rilassarsi».
Sono stati fatti studi clinici, questo in sintesi quello che è emerso.
Venti minuti di ‘dog therapy’ riducono l’ansia e la pressione arteriosa nei pazienti con problemi cardiaci. Gli studi mostrano che si elevano i livelli di endorfine (meno dolore fisico) e si riducono gli ormoni dello stress. «La Therapy Dogs – dice ancora la blogger – è spesso considerata migliore di un farmaco. Loro sanno instintivamente quando una persona ha bisogno di un’attenzione amorevole. Quando lo scorso inverno mi sono ammalata di influenza, nonostante la vaccinazione che faccio ogni anno, Max è rimasto per ore sui miei piedi mentre ero a letto». Immaginiamo Max che dormicchiava benissimo, perfettamente a suo agio, con grande soddisfazione della sua… amica umana.
Altri studi comprovano i benefici per le persone colpite da demenza: si calmano quando sono agitate, stanno meglio loro e le persone che li assistono. Poi, negli USA, ci sono dei programmi in cui i cani aiutano i detenuti, anche quelli reclusi nel ‘braccio della morte’ che, però, fortunatamente (almeno questo) non è un problema in Italia. In una prigione del Kansas 1200 cani sono stati adottati dai carcerati.
Si propongono adozioni anche per i reduci di truci guerre come quelle in Iraq o in Afghanistan. Per avere questa mini-laurea si richiede impegno: vaccinare Max (che non deve avere parassiti intestinali) e anche Jane ha dovuto dimostrare di non soffrire di malattie infettive. Però lei dice: «Io e Max come volontari negli ospedali ci sentiamo ricompensati nonostante tutte queste richieste».