Due nuovi studi americani mostrano che il Reiki può essere di grande aiuto per le persone alle prese con una malattia grave.
E’ interessante vedere come l’impiego del Reiki, in questi casi, sia coltivato presso università di primo piano, come Philadelphia e Pittsburgh. Anche in alcuni ospedali italiani, come a Torino, si tenta di sensibilizzare gli amministratori, ma i tempi sono difficili.
Primo studio, Philadelphia, autore Kimberley Fleisher*. Il Reiki è stato offerto a persone con seri problemi, fisici e psicologici, a causa di un tumore. I maestri Reiki che si sono resi disponibili, l’hanno fatto su base volontaria, senza compenso. In media 20 minuti di Reiki sui pazienti mentre ricevevano la chemio o prima e dopo la radioterapia.
Risultato: si dimezza l’ansia, il dolore, il distress (cioè il lato negativo dello stress, in questo caso dovuto al fatto di soffrire e di sapere di avere una brutta malattia e di dover curarsi), il fatto di non riuscire a dormire, e anche la fatica, problema enorme in questi pazienti: ogni attività fisica, anche andare a fare la spesa, sembra al di sopra delle possibilità. Molte di queste persone, hanno detto che loro consiglierebbero ad altri, nelle stesse condizioni, di sottoporsi al Reiki.
Secondo studio, Pittsburgh, anche qui hanno visto risultati simili**.
A condurre lo studio è stato un medico specializzato in anestesiologia e neurologia, insieme al suo gruppo (è ancora una donna, si chiama Dawn Marcus).
Anche in questo caso i pazienti afferivano in un centro oncologico per ricevere le terapie. La stragrande maggioranza (94%) ha espresso parere positivo su questo trattamento, e molti hanno espresso il desiderio di continuare (86%) a ricevere Reiki.
Ma il dato ancora più interessante riguarda la vita di queste persone. Si notano decisi miglioramenti sui parametri dell’ansia, della capacità di avere tregua e rilassarsi, dell’umore (meno depressione), del sonno, del fatto di sentirsi isolati, fuori dal mondo, e persino sul dolore fisico.
Come mai il Reiki riesce a ottenere questo, che nessun farmaco può garantire? Non lo sappiamo, molte sono le possibili spiegazioni.
*Integrative Cancer Therapy, ottobre 2013
http://www.academia.edu/4996845/Integrative_Reiki_for_Cancer_Patients_A_Program_Evaluation
**American Journal Hospital Palliative Care, marzo 2013
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23221065