Si è appena concluso in Florida un importante congresso sulle Medicine Integrative. Si è parlato ovviamente anche di Tai Chi confermando il grande interesse della medicina occidentale moderna per quest’arte cinese del movimento. Ecco il nostro report sugli studi presentati, prendetela come una visione d’insieme su ciò che si sta muovendo nel settore.
Insonnia
Tai Chi sotto esame nei centri ospedalieri di Boston e all’università di Madison, Wisconsin. Si è voluto aggregare tutti i dati degli studi sin qui effettuati sul Tai Chi per verificarne l’effetto sui disturbi del sonno. Emerge che 1,5-3 ore di pratica alla settimana (per 6-24 settimane) migliorano nettamente la qualità del sonno, e in particolare nelle persone che vivono in comunità per anziani o che soffrono di malattie croniche. Non solo, ma migliora anche la performance fisica, si riduce il dolore qualora sia presente e aumenta la sensazione di benessere psicologico.
(G. Raman , Tufts Medical Center, Boston).
Depressione
L’Università di San Diego, California, chiarisce l’effetto del Tai Chi sui sintomi depressivi spesso presenti nei pazienti con scompenso cardiaco. In questi casi i farmaci antidepressivi hanno spesso effetti limitati. Indagini precedenti avevano suggerito che il Tai Chi potesse essere efficace: a San Diego hanno visto che il Tai Chi abbatte la depressione quando si osservano miglioramenti sulla scala che misura il livello di spiritualità.
(L. Redwine, University of California, San Diego).
Potenziamento cognitivo
Grande review di Harvard su tutti gli studi che hanno misurato l’effetto del Tai Chi sulle performances cognitive negli anziani. Confermato il potenziale di “cognitive enhancement” soprattutto sulle funzioni esecutive, cioè quando la persona anziana è chiamata a svolgere mansioni e attività quotidiane.
(PM. Wayne, Brigham and Women’s Hospital and Harvard Medical School, Boston).
Ipertensione arteriosa
Un team di medici coreani, invitato in Florida, dopo aver analizzato gli studi clinici disponibili, definisce le modalità di esecuzione del Tai Chi per ridurre la pressione arteriosa: esercizi di intensità moderata della durata di 30-60 minuti, tre volte alla settimana. La riduzione pressoria si attende dopo 10-26 settimane. Meglio lo stile Yang rispetto allo stile Wu.
(EH. Hwang, Pusan National University, Corea).
Questi studi sul Tai Chi sono stati presentati all’International Research Congress Integrative Medicine and Health (Miami 13-16 maggio 2014). E’ uno dei congressi più interessanti nell’ambito delle medicine non convenzionali.
Fibromialgia
Ancora a Boston hanno fatto il punto sull’efficacia del Tai Chi nel controllo dei sintomi della fibromialgia. Ottimi riscontri a breve termine, mentre si è indagato ancora poco sul lungo termine. Una pratica di 1,5-3 ore alla settimana per 6-12 settimane mostra significativi miglioramenti dei sintomi della fibromialgia, come il dolore e la cattiva qualità del sonno. Per questa malattia sono scarse le opzioni offerte dalla medicina convenzionale.
(G. Raman , Tufts Medical Center, Boston).
Tumori
Si indaga anche a livello di ricerca di base. Prima ancora di fare verifiche sui pazienti si prova a vedere che cosa succede nelle colture cellulari. Gli Autori dell’Università di Hong Kong, in collaborazione con l’Università dell’Illinois, Chicago, sono partiti da un assunto: il Tai Chi modifica i campi bioelettrici a livello cellulare (mostrato da ricerche precedenti). Si tratta di un filone di ricerca pionieristico, reso possibile dai progressi tecnologici nella misurazione di questi sottili parametri. Bene, che cosa si è visto? Sostanzialmente che la pratica Tai Chi ha effetti misurabili sulla conduzione elettrica a livello cellulare. Ma non erano cellule qualsiasi, bensì cellule tumorali staminali, quelle responsabili della proliferazione incontrollabile dei tumori. Quale possa essere la ricaduta clinica sui pazienti colpiti da tumore resta materia d’indagine.
(Li Y, City University of Hong Kong, Cina, e Cho M, University of Chicago, USA)
Equilibrio
Sempre uno dei più importanti ospedali statunitensi, il Brigham and Women’s Hospital di Boston, ma questa volta insieme a ricercatori israeliani. Il problema indagato è il seguente: ad una certa età subentrano problemi di postura e questo aumenta il rischio di cadute, a volte disastrose (una frattura dell’anca, dopo i settant’anni, comporta una mortalità elevata, per non parlare delle sofferenze). E’ una questione di equilibrio: si può fare qualcosa per migliorarlo? Non sembrerà ma questo è un tema che raccoglie l’attenzione di moltissimi ricercatori, non solo nell’ambito delle medicine alternative. Intanto questa ricerca ci dice che, ad occhi chiusi, sembra proprio che le persone anziane che praticano Tai Chi, rispetto ai pari età che non lo praticano, mostrino un maggiore ‘sway speed’, cioè una maggiore capacità di muoversi per bilanciare la posizione e mantenere l’equilibrio. Gli Autori, però, cercano una misurazione più efficiente rispetto allo ‘sway speed’. E forse l’hanno trovata.
(PM Wayne, Brigham and Women’s Hospital, Boston)